La porpora di Tiro è una tintura viola che è stata storicamente estratta dai crostacei del genere Murex, che abitano le acque poco profonde del Mediterraneo. Questo colorante divenne uno status symbol nel mondo antico, poiché era difficile e lungo da ottenere, e venne usato come simbolo di regalità perché solo i reali potevano permetterselo. Oggi viene invece utilizzata una varietà di coloranti sintetici, e in effetti la formula e il processo per produrre il viola di Tiro sono andati persi, sebbene alcune persone abbiano tentato di replicare questo colorante storico.
Si ritiene che i Fenici siano stati i primi a produrre la porpora di Tiro, nella città di Tiro, da cui prende il nome questo colorante. I primi riferimenti ad esso risalgono al 1600 a.C. circa, e nel 400 a.C. la tintura stava “prendendo il suo peso in argento”, secondo gli storici contemporanei. La leggenda narra che il colorante sia stato sviluppato per caso, quando un cane ha morso un mollusco e ha rilasciato il colorante, stimolando l’interesse nell’uso del colorante per colorare tessuti e cosmetici.
Questa tonalità di viola è talvolta chiamata anche viola reale o viola imperiale. Quando pensi a questi colori, probabilmente pensi a un viola intenso e intenso con molto blu. Il viola di Tiro era in realtà molto più vicino al colore magenta, con la tintura grezza che sembrava “sangue coagulato”, secondo Plinio il Vecchio, che scrisse del processo di produzione di questa tintura. Questo colorante era resistente al colore, un tratto insolito per i coloranti dell’epoca, e non sbiadiva.
Per rendere il Tiro viola, le persone dovevano raccogliere migliaia di crostacei e permettere loro di decomporsi parzialmente prima di estrarre una secrezione di muco prodotta dai molluschi. Questa secrezione è stata ulteriormente elaborata in una serie di passaggi che oggi non sono noti, sebbene il luogo di elaborazione sembra aver avuto un effetto sul colore della tintura, con persone che elaborano all’ombra o al sole per colori specifici, suggerendo che fosse sensibile alle radiazioni ultraviolette, almeno nelle prime fasi.
Questo colorante non è stato replicato con successo, sebbene le persone abbiano escogitato una gamma di colori che potrebbero avvicinarsi al viola di Tyrian. Le prove mostrano che i Fenici producevano di tutto, da un rosso cremisi a un blu indaco usando le secrezioni di Murex, suggerendo che probabilmente venivano utilizzate una varietà di tecniche di lavorazione. Anche se potremmo non essere in grado di riprodurre il viola di Tiro, la fama del colore sicuramente sopravvive.