La malaria è stata diffusa in molte regioni tropicali e subtropicali del mondo, regioni originarie dei popoli in cui è prevalente l’anemia falciforme. Questa osservazione ha dato origine alla creazione di una connessione tra l’anemia falciforme e la malaria. I ricercatori hanno anche affermato che le persone con tratto falciforme, che non è la vera malattia, presentano una maggiore resistenza allo sviluppo della malaria rispetto alle persone senza la malattia o il tratto, stabilendo così un’altra connessione tra queste due malattie. Alcuni scienziati credono anche che questa informazione dimostri il lavoro della teoria della selezione naturale. Concludono che l’evoluzione collega l’anemia falciforme e la malaria in una luce positiva, suggerendo che la capacità del corpo di sviluppare globuli rossi deformati oa forma di falce ha reso le popolazioni native dei tropici “adatte” alla sopravvivenza.
Sebbene non si sappia esattamente come le persone con il tratto falciforme siano in grado di resistere meglio alla malaria, i ricercatori ritengono che siano coinvolti numerosi fattori. Ad esempio, i globuli rossi di una persona con il tratto potrebbero falciare quando la tensione dell’ossigeno è bassa nel sangue venoso, che è il sangue nelle vene. Si sospetta che l’infezione dei globuli rossi con i parassiti che causano la malaria provochi anche una bassa tensione di ossigeno e porti alla falciatura. Le cellule del sangue a forma di falce potrebbero essere viste dal sistema immunitario come invasori e distrutte prima che i parassiti abbiano la possibilità di invadere completamente. Alcuni suggeriscono anche che i parassiti responsabili della malaria potrebbero essere distrutti direttamente all’interno delle stesse cellule falciformi.
Alcune persone, tuttavia, hanno contestato le connessioni tra l’anemia falciforme e la malaria. Il fatto che una persona con tratto falciforme abbia generalmente una resistenza genetica alla malaria non significa affatto che sia immune al parassita responsabile della malattia. Tale individuo ha una probabilità del 25% o superiore di soccombere alla malaria e di morire a causa di essa. Questo è uno dei tanti fatti che inducono alcuni medici, ricercatori, scienziati e profani a rifiutare la teoria della selezione naturale che collega le due malattie. La selezione naturale non avrebbe considerato la migrazione mondiale di popolazioni originarie dei tropici e subtropicali verso regioni come l’Europa e il Nord America, dove la malaria non è mai stata così diffusa come una volta nei climi caldi e umidi.
I malati di anemia falciforme di solito finiscono per morire prematuramente a causa dello sviluppo di globuli rossi deformati introdotti attraverso le presunte protezioni dell’evoluzione. Un’altra considerazione che causa controversie su una connessione naturale e benefica tra anemia falciforme e malaria è il fatto che i cibi nativi ricchi di una sostanza chiamata tiocianato, come la manioca e l’igname africano, erano di base in Africa. È stato dimostrato che il tiocianato è un agente anti-falce, e durante i periodi in cui questi alimenti venivano consumati come alimenti di base, l’anemia falciforme era praticamente sconosciuta. Se le cellule del sangue a forma di falce sono utili nell’aiutare a difendersi dalla malaria, la domanda sul perché gli alimenti con proprietà anti-falce naturali sarebbero di base in una regione della malaria ha portato alcune persone a dubitare di un legame naturale che è benefico tra le due malattie.