Qual è la regola della fonte del collaterale?

La regola della fonte collaterale, chiamata anche dottrina della fonte collaterale, è una norma legale relativa al risarcimento fatto ai querelanti in una causa da parti diverse dal convenuto, comprese le compagnie di assicurazione, la compensazione dei lavoratori e altre agenzie. Queste parti sono chiamate fonti collaterali. La norma dispone che il convenuto, se ritenuto responsabile, non può detrarre dall’importo riconosciuto a titolo di risarcimento danni all’attore le somme già corrisposte dai garanti. La dottrina vieta anche l’accettazione nel casellario giudiziario di qualsiasi prova che i danni siano stati pagati da un’altra fonte. Istituita nel 1854, la norma aveva lo scopo di impedire a chi ha cagionato un danno di beneficiare della copertura assicurativa dell’attore.

Molti sostenitori della riforma dell’illecito si oppongono a questa dottrina, sostenendo che consente a un attore di ottenere un doppio recupero. L’attore riceve due volte il rimborso delle stesse spese, riscuotendo sia dalla fonte della garanzia che dal convenuto. Alcuni stati hanno modificato o addirittura eliminato la regola della fonte collaterale. Tali riforme consentono ai giudici di notificare alla giuria l’indennizzo precedente, ridurre il lodo per l’importo già risarcito, o impedire all’attore di agire per danni già corrisposti. Gli oppositori della riforma sostengono che la parte in colpa non dovrebbe essere in grado di evitare la responsabilità per i danni anche se altre fonti hanno pagato le bollette.

Nel 2006, un’indagine nazionale ha rivelato che 38 stati avevano modificato la regola della fonte della garanzia per consentire la prova dei pagamenti della fonte della garanzia nei casi di responsabilità medica. Dei 38 stati, 20 hanno permesso alla giuria o al giudice di prendere in considerazione eventuali pagamenti collaterali durante un processo. Altri 14 stati hanno disposto che le riduzioni dei premi vengano prese in considerazione dopo il processo. Sei stati hanno permesso che le prove fossero prese in considerazione dopo un verdetto della giuria, ma prima che fosse emessa una sentenza definitiva da parte della corte. Alcune modifiche alla regola della fonte di garanzia fanno una distinzione tra fonti di garanzia private, per le quali l’attore doveva pagare un premio, e fonti pubbliche come Medicare e Medicaid.

Alcune fonti collaterali hanno clausole di surrogazione nei loro contratti con i consumatori, consentendo all’azienda di raccogliere una parte o tutto il denaro che l’azienda ha pagato al consumatore se quel consumatore vince una causa. La surrogazione significa che la compagnia di assicurazione ha il diritto di citare in giudizio il convenuto insieme all’attore. Se l’attore vince in giudizio, l’assicuratore può poi riscuotere quella parte del danno che compensa quanto l’assicuratore ha già pagato. La società surrogata può anche citare in giudizio un attore che riceve una liquidazione pecuniaria al fine di recuperare il denaro conferito per conto dell’assicurato.

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