La sopravvivenza all’arresto cardiaco ? possibile, a condizione che l’aiuto venga fornito immediatamente. La rianimazione cardiopolmonare (RCP) deve essere praticata affinch? il sangue e l’ossigeno continuino a fluire al cuore e al cervello e prevengano la rottura degli organi. Ci sono solo circa cinque minuti dopo che una persona ha subito un arresto cardiaco in cui agire prima che si verifichi la morte cerebrale, seguita dalla morte permanente.
Uno shock elettrico al cuore, un processo chiamato defibrillazione, pu? far regredire un attacco di cuore se somministrato entro pochi minuti dall’evento. Lo shock pu? ripristinare un battito cardiaco normale, ma ci sono poche possibilit? di sopravvivenza all’arresto cardiaco se non vengono praticati n? la RCP n? la defibrillazione dieci minuti dopo che il cuore ha smesso di battere. Nei casi in cui l’aiuto viene fornito in tempo, il tasso di sopravvivenza raggiunge il 45%. Si stima, tuttavia, che solo il XNUMX% delle vittime sopravviva a un attacco di cuore, mentre il resto muore prima di raggiungere un ospedale.
La morte per infarto improvviso pu? essere evitata se la famiglia, gli amici o gli astanti sanno cosa fare. Reagire rapidamente, chiamare i servizi di emergenza ed eseguire la RCP fino all’arrivo di un aiuto professionale potrebbe salvare la vita della vittima. Quando il cuore smette di battere, il sangue non raggiunge gli organi; questo ? qualcosa che colpisce prima il cervello, poich? senza ossigeno il cervello non pu? funzionare. Una volta che il cervello non ha pi? il controllo del corpo, tutti gli organi iniziano a rompersi, il che porta alla morte cellulare.
? stato riscontrato che gli astanti sono riluttanti a somministrare la RCP a persone che non conoscono, poich? implica mettere la bocca su quella di uno sconosciuto morente. Per questo motivo ? stata ideata una RCP di sole compressioni, in cui la parte della RCP bocca a bocca ? stata sostituita dalle sole compressioni toraciche. La tecnica ? considerata altrettanto o anche pi? efficace, e si pensa che se le persone fossero educate a usare la tecnica, allora la sopravvivenza all’arresto cardiaco sarebbe pi? probabile.
L’installazione di defibrillatori automatici esterni (DAE) nei luoghi pubblici ? un’altra iniziativa volta a migliorare le probabilit? di sopravvivenza all’arresto cardiaco. I DAE danno scariche elettriche al cuore. I dispositivi moderni sono portatili e completamente automatizzati, quindi non ? necessaria alcuna formazione prima che possano essere utilizzati. L’arresto cardiaco pu? verificarsi improvvisamente e senza preavviso, quindi pi? il pubblico viene istruito sulle procedure di emergenza, pi? aumenter? il numero di malati che possono sopravvivere a un attacco.