La psicoterapia per i disturbi alimentari include comunemente tecniche per insegnare a un paziente a riconoscere e modificare i pensieri distorti. Alcuni terapeuti usano la terapia cognitivo comportamentale per cambiare le percezioni e migliorare l’autostima. Altri usano la terapia psicoanalitica, che si concentra sulle emozioni e sull’esplorazione del rapporto del paziente con il cibo. La teoria psicodinamica consente al paziente di dirigere la rabbia verso il terapeuta per incoraggiare l’assertività. L’ipnosi, la visualizzazione e le tecniche di rilassamento sono forme alternative di psicoterapia per i disturbi alimentari.
La terapia cognitivo comportamentale è generalmente considerata la forma più efficace e comune di psicoterapia per i disturbi alimentari come la bulimia, l’anoressia nervosa e le abbuffate. In questo metodo, il terapeuta aiuta il paziente a riconoscere i pensieri irrealistici che guidano il comportamento distruttivo. Il paziente potrebbe arrivare a rendersi conto che pone troppa enfasi sul desiderio di essere perfetto e che l’autostima si basa esclusivamente sul peso. Un terapeuta insegna comunemente al paziente a riconoscere altri punti di forza e a cambiare i pensieri che si concentrano sui difetti.
Durante la terapia psicodinamica per i disturbi del comportamento alimentare, i terapeuti consentono al paziente di esprimere con il medico la rabbia legata a rapporti dolorosi. Questa teoria si basa sulla convinzione che i disturbi alimentari siano collegati a conflitti irrisolti con gli altri e, una volta affrontati tali conflitti, si possono scoprire abilità di coping più sane. L’allenamento all’assertività è comunemente parte di questo tipo di psicoterapia per i disturbi alimentari.
Il dolore emotivo è alla base della forma terapeutica psicoanalitica della psicoterapia per i disturbi alimentari. Il paziente potrebbe acquisire una comprensione delle ragioni emotive della malattia e di come le relazioni con le persone e il cibo influenzino i problemi alimentari. Questa terapia può essere eseguita individualmente o in gruppo.
Esistono tre forme fondamentali di disturbi alimentari. Le persone che soffrono di anoressia comunemente non mangiano nel tentativo di perdere peso, anche se sono estremamente magre. Le bulimiche possono abbuffarsi di grandi quantità di cibo, ma poi vomitare, usare lassativi o fare esercizio fisico estremo per liberarsi delle calorie consumate. I mangiatori di binge possono comportarsi in modo simile alle bulimiche mangiando quantità eccessive di cibo, ma raramente si eliminano.
I disturbi alimentari possono derivare da una cultura della perfezione rafforzata dalla pubblicità. I pazienti con il disturbo potrebbero tentare di raggiungere un ideale irrealistico e trovarsi in un ciclo che compromette gravemente la loro salute. Possono diventare dipendenti da abitudini alimentari anormali guidate da una percezione malsana del proprio corpo e sforzarsi di diventare accettati o desiderabili. Alcune persone con un disturbo alimentare si considerano brutte e grasse anche quando il loro peso è pericolosamente basso.
La psicoterapia per i disturbi alimentari potrebbe includere sessioni di terapia familiare o di gruppo guidate da un professionista qualificato nel settore. La terapia familiare può affrontare le disfunzioni che contribuiscono al problema. Uno degli obiettivi di questa terapia è quello di unire la famiglia in modo che possa supportare e comprendere le ragioni principali delle abitudini alimentari malsane.