La ranitidina è un farmaco spesso consigliato a chi soffre di problemi di stomaco come il bruciore di stomaco. A partire dal 2011, gli effetti collaterali segnalati sono stati rari, ma i potenziali effetti sui neonati o sui bambini molto piccoli non sono stati oggetto di ricerche approfondite. La ranitidina e le madri che allattano potrebbero non essere un mix adatto, soprattutto perché è noto che il farmaco passa nel latte materno. I consigli per evitarne l’uso durante l’allattamento non si basano su prove concrete di danni al bambino, ma piuttosto sul presupposto che il farmaco possa avere effetti non ancora identificati.
I neonati sono creature fragili mentre si stanno ancora sviluppando e sono quindi più vulnerabili di altre persone agli effetti delle droghe. I farmaci in gravidanza tendono ad essere attentamente monitorati e le madri che allattano possono essere scoraggiate dall’assumere determinati farmaci. Se un bambino sta allattando, la madre può trasmettergli sostanze attraverso il latte materno e potenzialmente mettere a rischio il bambino. Quando si tratta di ranitidina e allattamento al seno, è stato dimostrato che la ranitidina entra nel latte materno, motivo per cui il suo uso può essere rischioso per la madre e il bambino.
Gli studi clinici sui farmaci normalmente si concentrano sugli effetti del farmaco su volontari adulti. I bambini, le donne incinte e i neonati non vengono in genere utilizzati per la ricerca per motivi etici. Per molti farmaci, quindi, le prove di sicurezza in gravidanza o durante l’allattamento tendono ad essere incomplete. A volte informazioni dettagliate sui possibili effetti della medicina possono essere raccolte da singoli pazienti che stanno assumendo il farmaco al di fuori degli studi clinici, ma questo non è il caso delle indagini sulla ranitidina e sull’allattamento al seno.
Incidenze isolate di ranitidina e allattamento al seno sono state notate nella letteratura medica e questi casi sembrano dimostrare che la ranitidina non ha alcun effetto negativo sul bambino che allatta. Gli studi sugli animali non hanno inoltre dimostrato che il farmaco abbia effetti avversi nei feti durante la gravidanza. Alcune donne ricevono il farmaco durante il travaglio per prevenire una condizione chiamata sindrome di Mendelsohn e il farmaco sembra non produrre effetti negativi sul bambino.
Una condizione chiamata ulcera da stress può svilupparsi in alcuni bambini e la ranitidina viene spesso utilizzata per impedire che si sviluppi. Quando somministrato ai neonati, a un livello cinque volte superiore a quello che si trova tipicamente nel latte materno, il farmaco sembra non avere effetti negativi. A partire dal 2011, un farmaco chiamato cimetidina, che è simile alla ranitidina, è approvato da alcune autorità sanitarie per l’uso da parte delle donne che allattano. Nonostante la disponibilità di una piccola quantità di informazioni che sembrano dimostrare che la ranitidina è sicura per l’uso in questa situazione, la mancanza di ricerche significa che le donne devono bilanciare i benefici del farmaco con la possibilità teorica di danni al bambino.