Cos’è la chirurgia dell’artrodesi?

La chirurgia dell’artrodesi è una procedura comune utilizzata per trattare l’artrite cronica e grave. È più comunemente eseguito su articolazioni del polso e della caviglia danneggiate, ma la chirurgia dell’artrodesi può anche essere eseguita per correggere problemi alla colonna vertebrale, alle dita o all’anca. Durante la procedura, un chirurgo raddrizza manualmente l’articolazione interessata, rimuove l’osso danneggiato e il tessuto cartilagineo e fonde le ossa insieme alle viti chirurgiche e al tessuto innestato. La maggior parte dei pazienti che si sottopongono all’intervento chirurgico e si dedicano alla terapia fisica di follow-up sono in grado di riprendersi dai sintomi dolorosi dell’artrite e mantenere la forza nelle articolazioni.

Prima di considerare la chirurgia dell’artrodesi, i medici di solito esauriscono le opzioni di trattamento non chirurgico dell’artrite. Se farmaci antinfiammatori, corticosteroidi e routine di esercizi specializzati non aiutano un paziente a trovare sollievo, il suo medico può suggerire una consultazione con un chirurgo ortopedico. Lo specialista può studiare i raggi X e altre scansioni di immagini per determinare quale tipo di intervento chirurgico sarebbe più appropriato per le condizioni specifiche di un paziente. Questo intervento è solitamente preferito per le articolazioni più piccole, come quelle del polso e dei piedi, mentre una procedura chiamata artroplastica è considerata per le strutture più grandi e complesse di ginocchia, spalle e fianchi.

L’intervento di artrodesi su un dito, un piede, un polso o una caviglia viene solitamente condotto in un ospedale ospedaliero e normalmente richiede un soggiorno di uno o due giorni. L’artrodesi spinale richiede tipicamente una degenza ospedaliera di almeno una settimana a causa del rischio di possibili complicanze. La procedura stessa richiede generalmente meno di tre ore, durante le quali un paziente può essere sottoposto ad anestesia generale o sottoposto a un anestetico localizzato.

Durante l’intervento di artrodesi, il chirurgo ortopedico pratica una lunga incisione lungo la base dell’articolazione e rimuove grasso, cartilagine e tessuto muscolare. Se l’articolazione non è allineata, la costringe a tornare in posizione e taglia via le sezioni di osso e cartilagine che impediscono. I piccoli spazi tra le ossa che compongono l’articolazione sono solitamente riempiti con tessuto innestato da un altro osso nel corpo del paziente o da un donatore. Le articolazioni più grandi richiedono in genere l’inserimento di perni o viti per fissare insieme le ossa. La cicatrice chirurgica viene quindi suturata e vestita con una benda protettiva.

Dopo la procedura, un paziente viene in genere monitorato in una sala di risveglio e dotato di uno stivale protettivo, un tutore o una stecca. I medici di solito consigliano ai pazienti di evitare di sostenere il peso o la pressione sulle articolazioni per circa sei settimane, momento in cui possono tornare per un controllo. Quando la guarigione procede come previsto, un individuo può impegnarsi in leggeri esercizi di stretching e rafforzamento come parte di un programma di riabilitazione per un massimo di due anni. Di solito non è possibile recuperare il pieno funzionamento di un’articolazione a causa della fusione ossea permanente, ma gli esercizi possono aiutare a mantenere un certo grado di flessibilità e versatilità.