Cos’è Takht-E Soleyman?

Takht-e Soleyman è un antico sito archeologico situato in Iran. È un sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO, ed è stato dal 2003. Sebbene il sito sia ora gravemente decaduto, rimane un emozionante esempio di prima architettura regionale.

Takht-e Soleyman è letteralmente tradotto come il Trono di Salomone e le leggende circondano alcuni siti della zona relativi allo storico re. Ad un certo punto nel primo millennio a.C. le persone iniziarono a stabilirsi nell’area e durante la dinastia achemenide l’area iniziò un centro di zoroastrismo.

Nella parte centrale del millennio l’enorme Adur Gushasp, noto anche come Azargoshnasb, fu costruito nel Takht-e Soleyman. Questo era un grande tempio del fuoco della fede zoroastriana. I templi del fuoco sono il luogo di culto principale per gli zoroastriani, che riuniscono fuoco e acqua per creare purezza. Adur Gushasp a Takht-e Soleyman era il più grande tempio del fuoco del mondo e servì come centro per lo zoroastrismo per secoli.

Anche l’Adur Gushasp a Takht-e Soleyman era un luogo importante per i Sassanidi. Prima di salire al trono per prendere il controllo del proprio impero, ogni potenziale sovrano si sarebbe recato in pellegrinaggio al Tempio del Fuoco per inchinarsi davanti ad esso in umiltà.

Durante il III secolo a.C., quando Takht-e Soleyman era sotto il controllo della dinastia sasanide, la regione fu ulteriormente fortificata. Fu costruito un enorme muro per racchiudere tutto e furono erette quasi quaranta torri per la difesa. Takht-e Soleyman ha continuato a crescere in popolarità come destinazione per gli zoroastriani e nel corso degli anni il flusso di pellegrini è aumentato costantemente.

Nel VI secolo il complesso fu ulteriormente ampliato, poiché Khosrow-Anushrivan costruì enormi templi e alloggi per accogliere l’ormai consistente e regolare flusso di pellegrini che arrivavano a Takht-e Soleyman. Cosroe II continuò questa espansione all’inizio del VII secolo.

All’inizio del VII secolo Cosroe II fu sconfitto dai romani e la regione cadde sotto il controllo romano. I romani saccheggiarono e distrussero Takht-e Soleyman e il Tempio del fuoco di Adur Gushasp. Il tempio non fu mai ricostruito e il flusso di pellegrini diminuì costantemente fino a quando il sito fu praticamente dimenticato.

Nel XIII e XIV secolo, quando i mongoli invasero la zona, il Takht-e Soleyman vide una breve rivitalizzazione, con la costruzione di nuovi edifici. La gente iniziò a riutilizzare l’area e per i secoli successivi sopravvisse, anche se non prosperò mai più come durante l’era sasanide. Nel XVII secolo il sito fu del tutto abbandonato, e rimase conosciuto ma raramente visitato per i secoli successivi. A partire dalla prima parte del XX secolo, il sito iniziò a essere scavato dagli archeologi occidentali. L’archeologia è continuata nella zona fino ai giorni nostri.

Si dice che la vicina Prigione di Salomone, o Zendan-e Soleyman, abbia ospitato potenti bestie. La leggenda dice che il re Salomone avrebbe imprigionato i mostri che vagavano per le sue terre in questo immenso cratere, profondo più di 300 metri.