Uno screening dell’epatite B in genere comporta il prelievo di sangue dal paziente che viene quindi inviato a un laboratorio per l’analisi. È possibile eseguire tre test separati sul sangue per diagnosticare se un individuo è infetto. Se i risultati dei test sono positivi, potrebbe essere necessario sangue aggiuntivo per una seconda serie di test che indicano la gravità dell’infezione e se si è verificato un danno permanente al fegato.
L’epatite B è l’infiammazione del fegato attraverso l’infezione. Questo organo filtra il sangue per il corpo, combatte le infezioni e aiuta nell’elaborazione e nella digestione dei nutrienti. Il danno permanente al fegato può causarne il fallimento e, in alcuni casi, è fatale. L’infezione si diffonde attraverso la condivisione di fluidi corporei o attraverso il parto da una madre infetta al bambino.
Un esame del sangue è il metodo più comunemente usato per condurre uno screening dell’epatite B. Il sangue può essere prelevato in uno studio medico o in una clinica e inviato a un laboratorio per un esame dell’epatite B. Vengono utilizzati tre test standard per determinare se un individuo ha attualmente l’infezione, l’ha avuta in precedenza, è immune o ha ricevuto un vaccino contro di essa. Questi screening cercano antigeni o anticorpi dell’epatite B nel sangue e i medici possono utilizzare i risultati per determinare la presenza o l’assenza di qualsiasi infezione. Se questo tipo di screening viene eseguito in una fase iniziale dell’infezione, l’epatite B può spesso essere trattata e curata prima che il paziente abbia manifestato qualsiasi sintomo.
A seconda dei risultati dello screening iniziale dell’epatite B, potrebbero essere necessari ulteriori test. I due mezzi meno invasivi per ulteriori test sono gli esami del sangue. Il primo test cerca un diverso tipo di antigene nel sangue prodotto dall’infezione. Quando sono presenti alti livelli di questo antigene, noto come antigene E, indica che un individuo è estremamente infettivo e può facilmente trasmetterlo a chiunque entri in contatto con chi non è immune. Il secondo test ricerca i livelli di DNA dell’epatite B, i cui risultati vengono utilizzati per determinare l’efficacia della terapia farmacologica in corso.
Quando uno screening per l’epatite B restituisce risultati positivi e si determina che l’individuo è altamente infettivo, può essere necessaria una biopsia epatica. Questa procedura prevede l’inserimento di un ago sottile direttamente nel fegato attraverso la pelle. Un piccolo campione di tessuto viene prelevato dall’organo e analizzato. L’epatite B tende ad attaccare direttamente il fegato e una biopsia può aiutare i medici a identificare il miglior corso di trattamento e se il fegato è in pericolo di cedimento.