Che cos’è il recupero crediti inesigibili?

Il recupero di crediti inesigibili è un tentativo di garantire un pagamento parziale o completo di un debito che è stato cancellato a causa del mancato pagamento. Le aziende a volte conducono questo tipo di attività dopo aver preso provvedimenti per designare l’ammontare del debito come non recuperabile nei registri contabili della società. Per questo motivo, qualsiasi importo riscosso a seguito di sforzi di recupero del debito è spesso trattato come nuovo reddito.

Quasi ogni azienda ha subito una certa quantità di crediti inesigibili in un momento o nell’altro. Le banche a volte cancellano i saldi negativi su conti scoperti come crediti inesigibili, se gli sforzi per motivare il cliente a effettuare un deposito e ripristinare il saldo a zero si rivelano inutili. I fornitori di carte di credito a volte liquidano i saldi sui conti come non recuperabili, piuttosto che continuare a portare i saldi nei loro crediti. Non è insolito che una società includa una voce di bilancio nota come accantonamento per crediti inesigibili, utilizzando le risorse di tale conto per coprire i crediti inesigibili. Ciò aiuta a mantenere precisi i registri contabili, ma non impedisce la registrazione di transazioni successive nel caso in cui avvenga un recupero totale o parziale del debito.

Ciò che molti consumatori non si rendono conto è che una volta che un debito è stato cancellato come cattivo o inesigibile, l’azienda può ancora prendere provvedimenti per recuperare almeno parte della perdita. Un approccio consiste nell’assegnare il debito in sofferenza a un’agenzia di recupero crediti, consentendo a tale entità di procedere con i tentativi di contattare il debitore e organizzare un piano di rimborso. Questa soluzione richiede spesso che l’agenzia di riscossione mantenga una percentuale dell’importo raccolto come compensazione per i suoi sforzi. Una volta dedotta la percentuale, il resto dell’importo incassato viene inoltrato al creditore originale, dove viene documentato come recupero da un elemento pubblicitario in sofferenza.

Un secondo approccio al recupero di crediti inesigibili prevede la vendita del debito non riscosso a un’altra impresa. Con questa soluzione, il creditore originale vende il debito per una piccola percentuale dell’importo totale in essere. L’acquirente si assume il rischio di essere in grado di incassare l’intero importo, mentre il creditore originale può registrare un recupero parziale del credito inesigibile nei suoi registri contabili, chiudendo effettivamente interamente la questione.

Poiché le società tendono a cancellare i crediti inesigibili e a rimuovere il saldo del debito dai loro crediti, il processo di recupero dei crediti in sofferenza di solito richiede che qualsiasi parte del debito recuperato sia trattata come reddito. La maggior parte delle aziende ha procedure specifiche per documentare la fonte del reddito, in modo che sia possibile differenziare l’importo raccolto da altre fonti di reddito, come guadagni dalle vendite o dividendi dagli investimenti. In alcuni casi, il processo prevede l’inserimento di una serie di registrazioni che addebitano i crediti e ricollegano la transazione allo storno originale. Questo approccio compensa effettivamente la cancellazione almeno in parte, pur documentando la storia della transazione dalla data della cancellazione fino al ricevimento delle entrate raccolte associate al debito in sofferenza.