Il turismo di disastro è la pratica di viaggiare in aree che hanno recentemente subito disastri naturali o provocati dall’uomo. Gli individui che partecipano a questo tipo di viaggio sono in genere curiosi di vedere i risultati del disastro e spesso viaggiano come parte di un gruppo organizzato. Molte persone hanno criticato il turismo dei disastri come sfruttamento della miseria umana e una pratica che umilia e umilia i residenti locali. Altri sostengono che il turismo nelle aree devastate può offrire una spinta all’economia locale e aumentare la consapevolezza dell’incidente, entrambi spesso necessari dopo una tragedia. Va notato che il turismo dei disastri è separato e distinto dagli sforzi dei gruppi umanitari che possono portare squadre di lavoro dall’esterno dell’area per assistere nella pulizia, nella ricostruzione e nella fornitura dei servizi necessari ai residenti locali.
Quando una regione geografica subisce un grave incidente, i media possono dedicare molto tempo a riferire sulla situazione e sulla difficile situazione dei residenti locali. In alcuni casi, questa segnalazione può ispirare curiosità in individui che potrebbero avere difficoltà a comprendere l’entità della situazione. Di conseguenza, alcune persone visiteranno effettivamente le aree colpite in modo da poter vivere la situazione in prima persona. Questi individui sono in genere motivati dalla curiosità e non hanno necessariamente intenzione di partecipare agli sforzi di soccorso per aiutare la ricostruzione delle comunità che visiteranno. In alcuni casi, coloro che partecipano al turismo di emergenza si recheranno semplicemente in un’area da soli, mentre altri acquisteranno un pacchetto turistico da un’agenzia di viaggi.
Alcune persone che hanno segnalato il turismo di disastro notano che alcuni residenti locali, funzionari governativi e sostenitori della comunità trovano la pratica inquietante. I detrattori del turismo di emergenza ritengono che la pratica sia insensibile, poiché trasforma i privati cittadini e la loro miseria in un’attrazione turistica. I cittadini non vengono risarciti direttamente per la loro partecipazione all’”attrazione” e in genere non danno il permesso di essere fotografati o osservati dai turisti. Inoltre, i detrattori sostengono anche che la presenza di turisti, in particolare se trasportati in grandi pullman o viaggiando in grandi gruppi, può interferire con le legittime operazioni di soccorso. I sostenitori del turismo dei disastri sostengono che il turismo porta in un’area il denaro necessario, che è importante per stabilizzare l’economia e creare nuovi posti di lavoro. Senza il reddito del turismo, sostengono i sostenitori, le aree colpite dal disastro avranno difficoltà a ripristinare le loro comunità.
In alternativa al turismo dei disastri, molti gruppi di beneficenza offrono agli individui l’opportunità di viaggiare nelle aree colpite dal disastro come parte di un gruppo di lavoro. Questi gruppi lavorano con le organizzazioni locali per ricostruire le comunità e fornire servizi di beneficenza e persino di ricollocazione ai residenti che hanno perso casa, lavoro e famiglie. Sebbene ci possano essere alcune opportunità per il turismo durante questi viaggi, l’enfasi del viaggio è sull’assistenza alle comunità piuttosto che sui viaggi ricreativi.