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Che cos'è la rescissione? - Spiegato

Che cos’è la rescissione?

La rescissione è un rimedio giurisdizionale nel diritto contrattuale che risolve un contratto e riporta le parti ai loro stati precedenti alla stipulazione di un accordo insieme. Essa può essere eseguita legalmente per opera di una delle parti o equamente per decreto di un giudice. Ci sono diversi motivi per la rescissione, anche se i due più comuni sono l’errore e il travisamento.

Si dice che le parti tornino allo status quo ante, che è una frase latina per “come erano prima le cose”, dopo la rescissione di un accordo. All’attore verrà restituito qualsiasi importo da lui pagato in considerazione dell’accordo e il convenuto non sarà tenuto ad adempiere ad alcun obbligo imposto dall’accordo. I fatti del caso determinano se il contratto possa essere rescisso o meno come equo rimedio per le parti. Anche il motivo che ha reso annullabile il contratto deve essere sopravvenuto o verificatosi prima della stipulazione del contratto da parte delle parti.

La rescissione può essere effettuata con mezzi legali o equi. La rescissione giudiziale si ha quando l’attore effettua la risoluzione del contratto comunicando all’altra parte l’intenzione di recedere e restituendo ogni corrispettivo dato. La rescissione equa è l’uso più comune del termine e si riferisce a un decreto giudiziale che annulla il contratto e riporta le parti allo status quo ante.

I due motivi principali per rescindere un contratto sono l’errore e la falsa dichiarazione. Mentre ci sono errori sia unilaterali che reciproci nel diritto contrattuale, l’errore reciproco – quando entrambe le parti hanno lo stesso malinteso materiale sui diritti e le responsabilità implicati nel contratto – è generalmente l’unico tipo di errore che porterà alla rescissione. Tuttavia, se una delle parti fornisce una falsa dichiarazione sostanziale e l’altra parte acconsente ai termini dell’accordo sull’effettivo affidamento di tale falsa dichiarazione, anche il contratto può essere rescisso. Questo è vero sia che la falsa dichiarazione sia stata resa innocentemente o con intento fraudolento.

Il non rescissore ha a sua disposizione alcune difese per impedire la risoluzione del contratto. Se l’attore ha intenzionalmente ritardato l’esecuzione della rescissione, causando un danno o un pregiudizio al convenuto, allora il convenuto può far valere la difesa di laches – una specie di prescrizione – per impedire la rescissione. Allo stesso modo, la “dottrina delle mani impure” può essere fatta valere come difesa se l’attore è colpevole di una cattiva condotta in relazione alla transazione. La più comune, invece, è l’elezione dei rimedi difensivi che il convenuto può far valere nel caso in cui l’attore abbia già chiesto il risarcimento del danno; la motivazione di tale difesa è che, chiedendo il risarcimento del danno, l’attore ha affermato il contratto e non può chiedere la risoluzione a quel punto.