Un loto è un tipo di pianta acquatica della famiglia delle ninfee. Il nome formale è Nelumbo nucifera, sebbene sia conosciuto da una varietà di altri nomi nativi nei paesi in cui cresce. La pianta è stata a lungo considerata un simbolo religioso da numerose culture ed è anche una fonte utile di cibo, poiché la maggior parte delle parti della pianta sono commestibili. Viene anche usato nel paesaggio, perché può creare un gioco d’acqua molto attraente.
Le foglie di un loto sono rotonde e galleggiano sulla superficie dell’acqua, collegate a lunghi steli finali che terminano in rizomi che scorrono sotto il fango del fiume o del letto del lago. Un rizoma è un tipo di radice di pianta che è in grado di emettere germogli freschi, riprodurre la pianta e potenzialmente colonizzare una vasta area. La pianta emette anche fiori da rosa a bianchi che si spostano in superficie, chiudendosi di notte. Quando i fiori vanno a seminare, formano distinti baccelli perforati a forma di disco.
I fiori, le foglie, le radici e i semi del loto sono tutti commestibili. Nel sud-est asiatico, dove la pianta è originaria, queste parti di piante sono state utilizzate per il cibo per molti secoli. Varie parti sono utilizzate in panini al vapore, fritture, dessert e altri piatti. I fiori profumati aggiungono un profumo e un sapore caratteristici ai piatti in cui vengono utilizzati.
Importante significato religioso è attribuito al loto. Secondo la tradizione buddista, la pianta è associata all’illuminazione e al Buddha. È anche sacro per i seguaci della tradizione indù ed è il fiore nazionale dell’India. Un parente del loto, Nymphaea lotus o il loto tigre, fu importato in Egitto, dove ebbe un ruolo importante nelle cerimonie religiose e nella cultura. Numerosi dipinti e sculture ne descrivono l’uso nelle cerimonie religiose e come ornamento sacro.
La mitologia ha anche un posto speciale per il loto. In The Odyssey, Homer perde quasi diversi marinai per il clan dei “mangiatori di loto”. Le piante mitiche dell’epopea di Omero apparentemente indussero sonnolenza e apatia generale, facendo abbandonare la ricerca a coloro che le consumavano. La pianta esatta coinvolta nella storia non è chiara, ma potrebbe essere stato il loto blu, una pianta ben nota ai Greci per le sue proprietà psicotrope.