In latino, pro se significa per se stessi. Un querelante pro se è colui che inizia una causa civile e rappresenta se stesso in tribunale senza un avvocato. Al momento della presentazione di un reclamo pro se, un giudice può chiedere se il querelante desidera la rappresentanza legale e persino implicare che sarebbe nel migliore interesse del querelante farlo. Tuttavia, le leggi locali non vietano spesso l’autorappresentanza in tribunale e un querelante ha il diritto di perseguire un caso da solo. Un querelante pro se può scegliere di assumere un avvocato come consulente dietro le quinte per una guida e per rispondere a difficili domande legali man mano che il caso procede.
Un giudice spesso non consente a un querelante di procedere in un’azione legale senza soddisfare determinati requisiti. È importante stabilire che un querelante è mentalmente in grado di rappresentarsi legalmente. La capacità mentale spesso non ha nulla a che fare con l’intelligenza, ma piuttosto la capacità di comprendere il procedimento e di essere nel giusto stato d’animo. Se un querelante non è in grado di dimostrarlo, gli sarà chiesto di procedere solo con l’aiuto di un avvocato. La capacità fisica è spesso un requisito secondario per un attore pro se stesso, il che significa che l’attore non è danneggiato in modo tale da non poter comparire in tribunale o rappresentarsi effettivamente mentre è lì.
I querelanti pro se possono dover pagare sanzioni in tribunale e spese legali. Una sanzione è un’ammenda che un giudice può imporre per violazione delle regole del tribunale o dell’etichetta, come deposito improprio o mancata presentazione di documenti legali. Un attore che perde la causa può anche essere tenuto a pagare le spese legali del convenuto. I costi devono spesso essere direttamente correlati alle spese e ai servizi del tribunale, nonché alle ragionevoli spese legali. Molti tribunali hanno stabilito che un attore pro se non può riscuotere le spese legali dopo aver vinto un caso, anche se l’attore è un avvocato autorizzato.
In molti casi, i giudici sono tolleranti nei confronti delle parti in causa, soprattutto quando l’imputato è rappresentato da un avvocato. Uno dei motivi principali per cui i querelanti scelgono di rappresentarsi è per motivi economici. Le spese legali sono troppo proibitive, quindi l’unica opzione è agire per proprio conto. I giudici sono tolleranti solo in una certa misura, tuttavia, e spesso considerano i querelanti pro se allo stesso livello di un avvocato autorizzato che compare in tribunale. Quando i querelanti non si attengono a questi standard, i giudici possono applicare sanzioni.