Un’affermazione di pubblicità ingannevole sostiene pratiche ingannevoli che travisano un prodotto o servizio. Gli annunci che contengono informazioni false o che inducono in errore i consumatori potrebbero dare luogo a dichiarazioni pubblicitarie false o frodi. Queste affermazioni potrebbero applicarsi alle immagini e ai titoli utilizzati negli annunci pubblicitari, insieme alle divulgazioni in caratteri piccoli ritenuti insufficienti per bilanciare le affermazioni nella maggior parte dell’annuncio.
Le leggi in molte regioni vietano la pubblicità commerciale che inganna i consumatori su beni o servizi. Un’affermazione sulla pubblicità ingannevole potrebbe essere basata su dichiarazioni false effettive o su un linguaggio confuso. Un esempio di falsità letterale potrebbe includere riferimenti a studi clinici o test che dimostrano l’efficacia di un prodotto o un’affermazione che affermi che supera il prodotto di un concorrente.
Un’affermazione sulla pubblicità ingannevole potrebbe mostrare che negli studi citati sono state utilizzate procedure di test improprie o distorte. Se altre ricerche contraddicono le informazioni utilizzate negli annunci, potrebbero anche portare a un reclamo contro il produttore. Le leggi che regolano la pubblicità di solito richiedono dati scientifici validi e specifici per la merce commercializzata.
Quando i concorrenti presentano un reclamo per pubblicità ingannevole, la controversia in genere finisce in tribunale. Un giudice può emettere un’ingiunzione provvisoria all’inizio della causa ordinando all’imputato di cessare l’uso di determinate dichiarazioni pubblicitarie. Un’ingiunzione permanente alla fine di un processo potrebbe vietare l’uso degli annunci contestati in futuro.
Le agenzie di regolamentazione del governo in genere depositano dichiarazioni pubblicitarie false per conto dei consumatori. Queste agenzie potrebbero indagare su reclami fatti nel materiale di marketing e imporre sanzioni civili o penali ai trasgressori. Gli agenti del governo potrebbero emettere un ordine di cessare e desistere dai produttori che utilizzano pratiche ingannevoli per vendere beni. Queste decisioni sono comunemente rese pubbliche.
Le esagerazioni vaghe o espresse in termini generici utilizzate negli annunci in genere sono esenti da dichiarazioni di pubblicità ingannevole. Un’azienda che sostiene di utilizzare solo ingredienti di altissima qualità, ad esempio, di solito fa un’affermazione soggettiva che non può essere dimostrata o confutata. Anche le opinioni utilizzate nel marketing sono consentite nella maggior parte delle aree.
Una class action potrebbe essere intentata quando un gran numero di consumatori è stato ingannato. Alcune delle azioni legali collettive più comuni riguardano integratori alimentari che affermano di trattare o curare malattie. I prodotti per la perdita di peso potrebbero anche non supportare le affermazioni professate nelle pubblicità. Le leggi sulla pubblicità si applicano alle etichette dei prodotti e alle affermazioni effettuate su stampa, televisione o radio e marketing online. In alcuni casi sono stati ordinati premi in denaro, inclusi rimborsi agli acquirenti.
Le affermazioni sulla pubblicità ingannevole potrebbero anche applicarsi alle tattiche “bait-and-switch” utilizzate per confondere i consumatori. Altre aree regolamentate dal governo includono la mancata divulgazione di informazioni importanti che un acquirente dovrebbe conoscere prima di effettuare un acquisto. Queste leggi potrebbero proteggere la salute e la sicurezza del pubblico o dell’ambiente e mirano a ritenere i produttori responsabili delle affermazioni che fanno.