L’inizio dell’epidemia di AIDS è stato un sottile cambiamento nel materiale genetico di un virus che ha permesso al virus di diventare zoonotico, il che significa che potrebbe essere trasferito dagli animali alle persone. Per un periodo di tempo che probabilmente è durato decenni, il virus è stato ripetutamente trasmesso dai primati in Africa alle persone, e alla fine ha stabilito un punto d’appoggio nella popolazione umana e ha iniziato a diffondersi oltre i confini del continente africano. Quando scienziati e professionisti medici furono in grado di collegare tutti i puntini, l’epidemia di AIDS si era diffusa in gran parte del mondo; nel 2007, oltre 33 milioni di persone in tutto il mondo sono state infettate dall’HIV, il virus che si trasforma in AIDS.
C’è qualche controversia sull’inizio dell’epidemia di AIDS, e anche adesso i ricercatori stanno ancora mettendo insieme i pezzi del puzzle. È chiaro che il virus HIV ha avuto origine nei primati che vivono nell’Africa occidentale e centrale e che probabilmente è stato trasmesso agli esseri umani nelle comunità in cui le persone mangiano la carne dei primati. Alcuni ricercatori hanno suggerito che l’aumento delle città in Africa potrebbe anche aver contribuito alla diffusione dell’AIDS, concentrando le popolazioni umane.
Dall’Africa, il virus dell’AIDS è balzato ad Haiti, e poi ha cominciato a diffondersi rapidamente in diverse direzioni. Un assistente di volo gay a volte indicato come “Paziente Zero” è spesso diffamato per aver causato l’epidemia di AIDS, ma tutte le prove suggeriscono che il virus si è diffuso contemporaneamente in diverse comunità; il virus HIV ha in realtà diversi raggruppamenti o “cladi”, che illustrano il fatto che non è stato causato da un singolo individuo.
I clade suggeriscono anche qualcosa di più interessante, ovvero che l’HIV e l’AIDS sono probabilmente molto più vecchi di quanto si pensi. La conoscenza comune sull’epidemia di AIDS suggerisce che il virus abbia avuto origine negli anni ‘1980, ma in realtà ha iniziato a diffondersi più probabilmente negli anni ‘1930, crescendo in modo esponenziale fino a quando negli anni ‘1980 ci sono stati abbastanza casi da consentire ai professionisti medici di rendersi conto di avere un’epidemia. Almeno una morte documentata per AIDS risale agli anni ‘1950, a sostegno di questa visione.
Imparando di più sulla diffusione dell’epidemia di AIDS, i ricercatori sperano di scoprire nuove tecniche per curare e forse curare o vaccinare contro la malattia. Ad esempio, diversi cladi rispondono in modi unici al trattamento, illustrando la diversità dei virus dell’HIV e dell’AIDS, e alcuni cladi sono più fatali di altri; i cladi meno fatali sono probabilmente più vecchi, poiché le loro vittime avrebbero vissuto abbastanza a lungo da consentire alla malattia di diffondersi ulteriormente.