Quando una persona si sente molestata da un’altra persona, può essere disponibile l’opzione di presentare un ordine restrittivo per molestie. La definizione di molestia, così come la procedura per presentare un’ordinanza restrittiva, varierà in base alla giurisdizione, ma nella maggior parte dei casi, un’ordinanza restrittiva è un ordine civile, e quindi una petizione deve essere presentata in un tribunale civile per concedere l’ordine . Il convenuto sarà informato della petizione e avrà la possibilità di replicare. Se il giudice è convinto che sia giustificato, allora concederà l’ordine.
Esistono diversi tipi di ordini che un tribunale può emettere per impedire il contatto da parte di un convenuto, tra cui un ordine cautelare, un ordine di non contatto o un ordine restrittivo. Un ordine di protezione è il termine frequentemente utilizzato per applicare una situazione di violenza domestica quando una vittima richiede protezione da un aggressore. Di norma, un ordine di non contatto è il termine utilizzato in un procedimento penale quando all’imputato viene ordinato di non avere “nessun contatto” con la presunta vittima nel caso. Un ordine restrittivo è di natura più generale e può applicarsi a tutte le altre situazioni in cui un firmatario chiede che il tribunale impedisca al convenuto di avere contatti con lui o lei.
Affinché un firmatario convinca un giudice a emettere un ordine restrittivo per molestie, dovrà addurre e dimostrare fatti che costituirebbero molestie. Le giurisdizioni variano nella loro definizione di molestia, ma comunemente include un modello di comportamento da parte del convenuto che è di natura intenzionale e inteso a spaventare o infastidire il firmatario. Sebbene lo stalking sia spesso incluso in questa definizione, un intervistato può anche essere trovato a molestare una vittima per telefono, e-mail o anche tramite social network o siti di blog su Internet. Un firmatario che ritenga di aver bisogno di un ordine restrittivo dovrebbe prima ricercare la definizione di molestie nella giurisdizione in cui è richiesto l’ordine per accertare se la condotta del convenuto soddisfa la definizione legale.
Il ricorrente deve quindi presentare un’istanza al tribunale chiedendo l’emissione di un’ordinanza restrittiva per molestie. L’istanza deve addurre fatti specifici che consentano al giudice di concludere che il convenuto ha effettivamente molestato il ricorrente e che un’ordinanza è giustificata. Il tribunale notificherà quindi al convenuto che l’istanza è stata depositata e gliene fornirà una copia. Verrà fissata un’udienza in cui il firmatario deve convincere il tribunale che i fatti nella petizione sono veri e che è necessario un ordine restrittivo per proteggere il ricorrente da ulteriori atti di molestia. Se il tribunale è convinto, ordinerà al convenuto di astenersi da molestie continue e potrà ordinare al convenuto di astenersi da qualsiasi contatto con il ricorrente.