I forward non consegnabili sono un tipo di contratto forward. Coinvolgono effettivamente due parti che fanno un accordo immaginario, di solito su cambi di valuta estera. Alla data in cui questo patto immaginario si sarebbe concluso, una parte pagherà all’altra un importo reale in base a quello che si sarebbe dimostrato l’esito dell’affare immaginario. L’utilizzo di questa tecnica significa che le due parti non devono avere così tanto denaro legato in un accordo. Può essere utilizzato anche laddove l’esecuzione dell’affare nella sua interezza sarebbe illegale.
Un contratto a termine in questo contesto è effettivamente una scommessa sui movimenti futuri dei prezzi, come le valute estere. Il nome “non-deliverable forward” deriva dal fatto che nessuna delle parti “consegna” gli elementi al centro dell’immaginario, o “nozionale”, affare. Invece pagano o ricevono semplicemente i profitti che una parte avrebbe realizzato dall’affare.
Per fare un esempio di non-deliverable forward, un accordo potrebbe essere basato su un accordo nozionale che coinvolga il tasso di cambio tra il dollaro USA e lo yen giapponese. L’accordo potrebbe essere che una delle parti accetterà di acquistare cento milioni di yen in sei mesi, pagando in dollari a un tasso concordato ora. Tra sei mesi, quando l’affare sarà concluso, il tasso di cambio potrebbe essere cambiato a suo favore. L’azienda che ha accettato di acquistare lo yen potrebbe essere in grado di vendere immediatamente lo yen e recuperare più dollari di quelli che ha appena pagato. In alternativa, il tasso di cambio potrebbe essersi mosso nella direzione opposta, il che significa che lo yen ora vale meno di quanto l’azienda li abbia pagati.
Un ovvio inconveniente di questo accordo è che le due parti devono avere una grande quantità di denaro a disposizione per completare l’accordo, anche se una volta completato probabilmente saliranno o diminuiranno solo di una piccola percentuale. Con i forward non consegnabili, l’affare viene simulato per evitare questo problema. La parte che avrebbe perso nell’affare paga un importo alla parte “vincitrice” in modo che il risultato finanziario finale sia lo stesso.
Nell’esempio dato, le due parti non scambierebbero mai i cento milioni di yen. Invece avrebbero concordato questo importo, il capitale nozionale, come base dell’accordo. Concorderebbero anche il tasso di cambio che utilizzeranno per concludere l’affare, noto come tasso NDF contrattuale. Il giorno in cui l’accordo si conclude, confronteranno questo tasso con il vero tasso di mercato prevalente, noto come tasso spot. La differenza tra questi due tassi viene quindi moltiplicata per il capitale nozionale per calcolare quanto deve pagare il “perdente” per concludere l’affare.
Smart Asset.