Le riserve bancarie sono l’importo totale degli averi di una banca che sono attualmente in deposito presso una banca centrale, più qualsiasi valuta che la banca detiene attualmente nei suoi caveau. Tutte le banche mantengono un certo tipo di riserve, anche nei paesi in cui non esiste un obbligo di riserva minimo stabilito dal governo nazionale. Sebbene questi tipi di risorse siano generalmente chiamati riserve nella maggior parte delle nazioni, ci sono alcune eccezioni. In particolare, le riserve bancarie sono solitamente indicate come resti dalla Banca d’Inghilterra.
La presenza di riserve bancarie è importante per la stabilità dell’istituto bancario. Nei paesi in cui un’agenzia centrale o una banca fissa requisiti minimi di riserva, l’idea è quella di creare un equilibrio tra le risorse che la banca può richiedere e l’attività di prestito che la banca può svolgere in sicurezza senza creare rischi indebiti per i depositanti. Anche nei paesi in cui non è richiesta una riserva minima, le banche spesso considerano il mantenimento di alcune riserve una valida strategia di bilancio. In situazioni in cui non è previsto alcun obbligo di riserva, i fondi detenuti in conto corrente dalla banca sono indicati come riserve desiderate.
Esistono altri vantaggi per le riserve bancarie nei paesi in cui è richiesto un importo minimo di riserve per continuare a operare. Negli Stati Uniti, i fondi mantenuti da una banca in un conto della Federal Reserve Bank sono noti come riserve legali. Queste consistenze di depositi consentono alla banca di mantenere sempre riserve sufficienti per conformarsi alla normativa vigente, ed inoltre prevengono la possibilità di sovraestendere i prestiti e porre la banca in una situazione finanziaria precaria.
All’interno del sistema bancario statunitense esistono anche altre categorie di riserve bancarie utilizzate per classificare diverse tipologie di strumenti finanziari. Le riserve primarie includono il saldo dei conti correnti depositati presso una Federal Reserve Bank, oltre a eventuali assegni attualmente in fase di elaborazione. Anche il denaro custodito nel caveau della banca, sia valuta che moneta, è considerato riserva primaria della banca.
Le riserve per perdite su crediti sono fondi accantonati per compensare le perdite derivanti da crediti in arretrato o dichiarati inesigibili. Le riserve possono essere utilizzate una volta che i pagamenti del prestito non siano pervenuti per almeno novanta giorni, o in qualsiasi momento la banca ritenga che il prestito non sia più un’attività redditizia. Le riserve bancarie secondarie sono titoli a breve termine che possono essere facilmente convertiti in contanti, se necessario, con i buoni del Tesoro statunitensi come esempio lampante. Le riserve di questo tipo sono essenzialmente riserve di riserva alle riserve primarie e consentono alla banca di rimanere fiscalmente sana, anche a fronte di situazioni altamente improbabili che rischierebbero di drenare tutti gli attivi della banca.
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