Il figliol prodigo o figlio perduto è una parabola estremamente riconoscibile raccontata da Gesù Cristo come riportato nel Libro di Luca nel Nuovo Testamento. Il suo tema è considerato uno degli aspetti fondamentali del cristianesimo, sottolineando il perdono del Signore solo per il prezzo della domanda e del pentimento. In molte chiese cristiane questo particolare testo viene scelto nell’ambito delle celebrazioni quaresimali, rappresentando l’importanza della penitenza e la promessa che essa racchiude per tutti.
La storia di base del figliol prodigo è quella in cui il figlio più giovane lascia il padre e spende incautamente tutta la fortuna che il padre gli ha dato. Alla fine non gli rimane nulla e in una posizione disgraziata torna a casa per chiedere perdono per i suoi misfatti. Piuttosto che incontrare un padre severo che non ha bisogno di lui, il figlio viene accolto a braccia aperte e con gioia. Suo padre esulta al suo ritorno, celebrandolo con una festa.
Una parte interessante è accordata al fratello maggiore, che all’inizio è piuttosto scontento che il fratello minore dispendioso possa incontrare tanta gioia e perdono. Il fratello maggiore ricorda al padre di essere stato suo figlio fedele in molte occasioni e attraverso molte prove del suo affetto. Il padre risponde che tutto questo è vero ma il ritorno del figlio minore è pur sempre una risurrezione: “Rallegrati perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato».
Questa seconda sezione con la risposta del fratello maggiore al ritorno del figliol prodigo rappresenta un’affermazione interessante sul cristianesimo in molte interpretazioni. Non è solo Dio che deve essere misericordioso, ma la misericordia e il perdono dovrebbero scaturire anche dai fratelli o dai fratelli nella fede. L’amarezza per il perdono di una persona, semplicemente perché un’altra si è sempre comportata bene, non trova davvero posto. Essere perdonati significa essere totalmente restituiti al Padre ea tutti i privilegi che il Padre conferisce; non c’è uno stato intermedio quando le persone incontrano il loro Dio con vera penitenza.
Molti sono catturati dalla natura commovente della parabola del figliol prodigo, indipendentemente dalle loro inclinazioni religiose. Per secoli artisti creativi di vario genere hanno cercato di tradurlo in altre forme. Esistono canzoni, opere teatrali, romanzi, dipinti e altri media che testimoniano il potere in corso di questo particolare tema. Artisti come Rembrandt, Prokofiev, Stephen Schwartz e John-Michael Tebelak (scrittori di Godspell), la band Kansas e il frontman degli U2 Bono, hanno tutti creato interessanti interpretazioni basate sul figliol prodigo.