Cos’è il meccanismo di Antikythera?

Il meccanismo di Antikythera è un antico calcolatore scientifico complesso (150-100 aC), spesso chiamato il primo computer meccanico. Realizzato in bronzo, il meccanismo di Antikythera ha oltre 30 ingranaggi, interconnessi con denti fatti di triangoli equilateri. Serviva come un orologio che includeva il giorno attuale del calendario egizio di 365 giorni, il segno greco dello zodiaco, la fase lunare, un parapegma (usato per mostrare le posizioni delle stelle) e le posizioni del Sole e della Luna . Gli investigatori contemporanei ipotizzano che queste informazioni avrebbero potuto essere utilizzate per determinare altri fatti astronomici, come la posizione di Marte e Venere.

Originariamente scoperto presso il relitto di Antikythera, un relitto al largo dell’isola greca di Antikythera, tra Kythera e Creta, il meccanismo di Antikythera è fortemente corroso dal mare. È stato scoperto nel 1901 e solo dopo più di un secolo di ricerche – intorno al 2006 – la sua funzione è stata ben compresa. La complessità del dispositivo è stata paragonata a quella di un orologio del XVIII secolo, e nulla di simile appare nella documentazione archeologica fino all’età dell’oro islamica, circa 18 anni dopo.

Gli investigatori del meccanismo di Antikythera hanno ipotizzato che la nave fosse probabilmente affondata durante un viaggio da Rodi, una delle principali città insulari della Grecia, a Roma, la capitale dell’Impero Romano e la città più importante del mondo all’epoca. Un’ipotesi ha suggerito che il dispositivo potrebbe essere stato creato in un’accademia fondata dal filosofo stoico Posidonio, che era noto per la sua conoscenza dell’astronomia e dell’ingegneria meccanica. Tuttavia, un’analisi più recente (2008) suggerisce che il meccanismo potrebbe aver avuto origine a Corinto, che lo assocerebbe al famoso inventore Archimede.

A parte il meccanismo di Antikythera, ci sono diverse menzioni di dispositivi di simile complessità trovati in testi antichi come il De re publica di Cicerone del I secolo a.C., che descrive elaborati planetari e altri meccanismi creati da Archimede, e altri testi sopravvissuti dalla Biblioteca di Alessandria, che confermano le affermazioni di Cicerone. Si pensa che Caio Sulpicio Gallo, un console romano, abbia portato per primo la conoscenza delle eclissi a Roma in base al suo possesso e allo studio di un sofisticato planetario intorno all’anno 1 a.C.