Il principio di realtà è un concetto sviluppato da Sigmund Freud ed è diverso dal più noto “principio di piacere” di Freud perché esprime la capacità della mente matura di evitare la gratificazione immediata a favore della soddisfazione a lungo termine. Entrambe le idee hanno a che fare con le sezioni teoriche della mente create da Freud: l’Io, l’Es e il Super-Io. In realtà, è più esatto dire che il principio di realtà è una produzione dell’Io, mentre il principio del piacere emana dall’Es e può governare l’Io se una persona non è diventata matura e realista.
Alcuni esempi del principio di realtà sono utili per comprenderlo. Una persona a dieta sceglie di non cedere alle voglie perché sa che soddisfare le voglie, e quindi soddisfare il principio del piacere, è una vuota soddisfazione a breve termine che vanifica l’oggetto della dieta. Qualcuno con pochi soldi che fa la spesa con un amico, decide di non fare acquisti, anche se c’è una forte tentazione di comprare. L’acquirente è consapevole che qualsiasi soddisfazione derivante da un acquisto non può superare la reale necessità di essere parsimoniosi e attenti con il denaro.
Queste scelte ottengono ricompense. La dieta può perdere peso più facilmente evitando costantemente cibi durante le voglie. L’acquirente ha meno preoccupazioni perché non ha speso troppo. In sostanza, le persone si astengono dalla gratificazione istantanea perché sanno che tale gratificazione ostacola il piacere in seguito. È la capacità di giudicare la situazione con obiettivi a lungo termine in mente ed evitare la costante richiesta di piacere dell’Es ora.
Quando vengono forniti esempi del principio di realtà, sembra che la maggior parte degli adulti abbia sviluppato questa capacità nel proprio ego. Sono tutti adulti e possono facilmente scavalcare le continue e immediate richieste di gratificazione dell’Es. Questo è tutt’altro che vero e la maggior parte delle persone cederà al principio del piacere almeno qualche volta, oppure potrebbe avere un controllo dell’Io dell’Es estremamente sottosviluppato.
Se il principio di realtà non è in atto, nel sé si sviluppa una dinamica diversa. Il Super-io interviene, infliggendo sensi di colpa perché una persona continua a obbedire rigorosamente al principio del piacere. L’ego rimane intrappolato tra il “dovrebbe” dell’Es e il “non dovrebbe” del Super-io, e da quel punto di vista, una persona diventa infelice cedendo costantemente a desideri immediati e poi sentendo costantemente che non dovrebbe. Non è difficile trovare esempi di adulti che vivono in questo modo, anche se va notato che non tutti gli specialisti della salute mentale adottano il modello freudiano di Io, Es e Super-Io.
Con la psicoanalisi da un punto di vista freudiano, un obiettivo sarebbe quello di controllare l’id. Per acquisire maturità e un migliore senso di sé, le persone svilupperanno gradualmente il principio della realtà e impareranno a rimandare il piacere facendo scelte migliori. In un modello psicoanalitico tradizionale, questo potrebbe essere il lavoro di diversi anni e, anche con il lavoro, la maggior parte delle persone a volte fa la scelta di ottenere una gratificazione istantanea invece di adottare l’atteggiamento più modulato di scegliere una gratificazione ritardata che comunque porta benefici.