Il Secondo Congresso continentale era una delegazione unicamerale che rappresentava le 13 colonie durante l’inizio della guerra rivoluzionaria americana. La convenzione si riunì per la prima volta nella Pennsylvania State House a Filadelfia, in Pennsylvania, il 10 maggio 1775. Fu uno dei primi governi provvisori nella storia degli Stati Uniti. Con l’istituzione di questo organo rappresentativo, la nazione si assicurò le basi di un governo che avrebbe continuato a funzionare fino ai giorni nostri.
Nella cronologia della storia rivoluzionaria degli Stati Uniti, il Secondo Congresso continentale ha seguito il Primo Congresso continentale tenutosi l’anno precedente. Tutte le colonie tranne la Georgia hanno inviato rappresentanti a questa prima delegazione per affrontare il passaggio degli atti intollerabili da parte del parlamento britannico. Il Primo Congresso Continentale inviò una petizione al re Giorgio III e prese in considerazione il boicottaggio delle merci britanniche. Si sciolsero con la consapevolezza che un secondo incontro sarebbe stato riunito, se necessario, l’anno successivo. Con l’inizio del conflitto a Lexington e Concord, le colonie si trovarono in uno stato di guerra.
La maggior parte dei delegati del Primo Congresso Continentale è tornata per il secondo incontro e le nuove aggiunte includevano Benjamin Franklin, John Hancock e Thomas Jefferson. Il delegato della Virginia Peyton Randolph fu eletto presidente del procedimento, ma dovette tornare alla Camera dei Burgesses nel suo stato d’origine dopo due settimane. Henry Middleton è stato poi eletto alla carica, ma ha rifiutato ed è stato sostituito da John Hancock. All’inizio, la Georgia non prese parte alla convenzione, ma a partire da luglio il Congresso provinciale della colonia non ebbe altra scelta che aderire.
Una delle prime azioni intraprese dal Secondo Congresso Continentale fu quella di creare l’Esercito Continentale. Lo sforzo bellico era stato gestito principalmente dalle milizie statali, sfociando in una ribellione casuale che sembrava destinata a fallire. George Washington fu nominato comandante generale e immediatamente inviato all’assedio di Boston. Il 6 luglio 1775 il Congresso approvò la Dichiarazione delle cause, delineando le ragioni del conflitto armato. In un ultimo sforzo di pace, inviò la Petizione del ramo d’ulivo agli inglesi, sperando di risolvere il conflitto prima che si intensificasse.
Il Congresso trascorse l’anno successivo a consolidare il proprio potere, assumendo il ruolo di autorità legislativa ed esecutiva delle 13 colonie. Nominò un ambasciatore in Francia, ottenne prestiti dalle nazioni europee, emise carta moneta e continuò a formare un esercito. La principale sfida che la delegazione ha dovuto affrontare è stata la mancanza di autorità legale per aumentare le tasse. In quanto tale, è stato necessario sollecitare gli stati per i fondi, a volte senza alcun risultato.
Nel 1776, il Secondo Congresso Continentale operava come governo nazionale. Per significare il suo potere, emanò quello che sarebbe stato uno dei documenti più importanti nella storia della nazione: la Dichiarazione di Indipendenza, ratificata il 4 luglio 1776. L’anno successivo, i delegati approvarono lo Statuto della Confederazione, un accordo per formare un rappresentante governo con ogni colonia che diventa uno stato. Questo fu ratificato dagli stati negli anni successivi, per essere infine adottato il 1 marzo 1781. La delegazione fu quindi abolita e il Congresso della Confederazione divenne il nuovo organo di governo degli Stati Uniti.