La fonetica è una disciplina della linguistica che si concentra sullo studio dei suoni utilizzati nel discorso. Non si occupa del significato di questi suoni, dell’ordine in cui sono collocati, o di qualsiasi altro fattore al di fuori del modo in cui vengono prodotti e ascoltati, e delle loro varie proprietà. Questa disciplina è strettamente correlata alla fonologia, che si concentra su come i suoni vengono intesi in una data lingua, e alla semiotica, che guarda ai simboli stessi.
Ci sono tre principali sottocampi della fonetica, ognuno dei quali si concentra su un aspetto particolare dei suoni usati nel discorso e nella comunicazione. La fonetica uditiva esamina come le persone percepiscono i suoni che sentono, la fonetica acustica esamina le onde coinvolte nei suoni del parlato e come vengono interpretate dall’orecchio umano e la fonetica articolatoria osserva come i suoni vengono prodotti dall’apparato vocale umano. Questo terzo sottocampo è il punto in cui la maggior parte delle persone inizia il proprio studio e ha usi per molte persone al di fuori del campo della linguistica. Questi includono logopedisti, sintetizzatori vocali per computer e persone che sono semplicemente interessate a imparare come producono i suoni che producono.
L’International Phonetic Association ha un alfabeto speciale per descrivere tutti i diversi suoni, o telefoni, attualmente pensati per essere utilizzati nel linguaggio umano. L’alfabeto fonetico internazionale (IPA) ha più di 100 telefoni distinti elencati e contrassegnati con una notazione distinta. I suoni possono essere separati in una serie di gruppi diversi, in base al fatto che utilizzino o meno aria dai polmoni, che siano espressi o meno, alla posizione della lingua nella bocca e a come il suono viene alterato. Mentre la maggior parte dei suoni prodotti dagli oratori del mondo rientra in una banda piuttosto stretta di questo spettro, ci sono altri suoni che sono molto diversi, come i clic e gli schiocchi prodotti in alcune lingue africane.
La maggior parte delle consonanti, chiamate consonanti polmonari, usa l’aria dai polmoni e può essere posizionata su una griglia a seconda di quali parti del tratto vocale vengono utilizzate per articolare il suono del parlato e di come l’aria viene ostruita mentre passa attraverso la bocca. Ad esempio, il suono /p/ utilizza entrambe le labbra per articolare l’aria, ed è quindi noto come bilabiale. Consiste anche in un arresto completo dell’aria, noto come esplosiva. Il suono /p/, quindi, così come il suono /b/, può essere descritto come un’esplosiva bilabiale. Il suono /b/, poiché la corda vocale sta vibrando come si dice, è chiamato occlusiva bilabiale sonora, mentre il suono /p/, che non ha tale vibrazione, è chiamato occlusiva bilabiale sorda.
Tutti i suoni consonantici usati nel parlato possono essere descritti in questo modo, dal suono /r/ in inglese, che si chiama trillo alveolare, per esempio, al suono all’inizio della parola “yet”, trascritto in IPA con il simbolo j e descritto come approssimante palatale, ai suoni arabi profondi delle fricative faringee.