L’uso della ranitidina in gravidanza è generalmente ritenuto sicuro, anche se le donne in gravidanza dovrebbero chiedere il parere di un medico prima di assumerlo. Il farmaco è anche conosciuto con il suo marchio, Zantac®, ed è usato per prevenire il bruciore di stomaco, che è un sintomo comune in tutte le fasi della gravidanza. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense classifica la ranitidina come farmaco di categoria B, il che significa che i test sugli animali non hanno mostrato alcun effetto dannoso sui feti, ma non sono stati condotti test sull’uomo. La ranitidina in gravidanza è stata anche utilizzata in modo sicuro per prevenire la sindrome di Mendelson, una condizione in cui il contenuto dello stomaco di una persona viene aspirato nei polmoni durante l’anestesia. Come con qualsiasi farmaco, i benefici dell’assunzione di ranitidina durante la gravidanza devono essere valutati rispetto ai potenziali rischi.
La ranitidina può essere assunta su base giornaliera o intermittente secondo necessità da persone che soffrono di bruciore di stomaco cronico, reflusso gastrico, ulcera allo stomaco o altre malattie che causano un’eccessiva acidità di stomaco. A differenza delle compresse antiacidi, che vengono assunte all’inizio di un attacco di reflusso, la ranitidina viene solitamente assunta per prevenire il verificarsi dei sintomi. In molti casi, una donna che sta cercando di rimanere incinta potrebbe già assumere ranitidina, ma il medico le consiglierà di interrompere l’uso di tutti i farmaci per ridurre al minimo il rischio di una potenziale gravidanza. Una donna preoccupata per l’assunzione di ranitidina o per interromperne l’uso può chiedere il parere del proprio medico, che potrebbe essere in grado di suggerire alternative, come rimedi casalinghi, per trattare il reflusso acido. Nei casi in cui una condizione dello stomaco è molto grave o causerà ulteriori complicazioni, il medico può suggerire che è più sicuro continuare a usare la ranitidina in gravidanza.
La FDA classifica i farmaci in base al loro potenziale rischio per un feto in via di sviluppo sulla base di test scientifici, solitamente condotti su animali. La ranitidina è nella categoria di gravidanza B, il che significa che è generalmente sicura per l’uso durante la gravidanza secondo gli studi sugli animali, sebbene sia noto che attraversa la placenta ed è assorbita dal feto. Come la maggior parte dei farmaci, tuttavia, non sono stati condotti studi clinici sull’uomo per escludere completamente la possibilità di danni. Alcune prove scientifiche della sicurezza della ranitidina in gravidanza sono disponibili da donne che hanno usato il farmaco senza effetti più negativi sui loro bambini rispetto alle donne che non lo hanno usato. La ranitidina è stata somministrata anche durante il taglio cesareo per prevenire la sindrome di Mendelson senza alcun danno risultante per il nascituro.