Essere un buon samaritano è genetico?

Essere un buon samaritano potrebbe essere genetico, mostra la ricerca. La frase “Buon Samaritano” si riferisce a una parabola della Bibbia in cui un viaggiatore si ferma per aiutare una persona ferita quando altri non l’hanno fatto. Gli scienziati ritengono che la differenza tra coloro che tendono ad aiutare gli altri e coloro che non lo fanno potrebbe essere una variazione genetica nella regione 5-HTTLPR, che è correlata all’ansia sociale. Questa regione genica è responsabile della trasmissione della serotonina, una sostanza chimica nel cervello che regola l’umore. Le persone che hanno livelli più alti di ansia in presenza di altre persone potrebbero avere meno probabilità di intervenire per aiutare gli altri a causa del loro disagio sociale.

Maggiori informazioni su persone e buone azioni:

Secondo quanto riferito, circa un adulto su tre negli Stati Uniti offre volontariamente il proprio tempo o denaro su base regolare.
È stato scoperto che la parte del cervello che si attiva quando una persona riceve una ricompensa si attiva quasi allo stesso modo quando una persona dona soldi in beneficenza.
Uno studio sui gemelli ha scoperto che la genetica potrebbe essere responsabile di circa il 55% della probabilità di una persona di aiutare gli altri, mentre la morale e l’ambiente rappresentano il restante 45%.