Durante la seconda guerra mondiale, l’Ufficio dell’intelligence navale degli Stati Uniti avrebbe fatto al capo mafia Salvatore C. Luciano un’offerta che non poteva rifiutare. La guerra era in pieno svolgimento e gli Alleati stavano pianificando l’invasione della Sicilia nel 1943. Luciano, conosciuto come “Lucky” Luciano e considerato il padre della criminalità organizzata negli Stati Uniti, fu convinto a fornire informazioni e assistenza, compreso il reclutamento di collaboratori siciliani che potessero produrre mappe dettagliate e foto della costa siciliana. In cambio, Luciano – che stava scontando dai 30 ai 50 anni di carcere – è stato trasferito in una struttura molto più vicina a New York City.
Sostegno allo sforzo bellico alleato:
Nell’estate del 1945, Luciano chiese clemenza allo stato di New York, citando il suo aiuto. All’inizio, la Marina degli Stati Uniti non confermò che aveva aiutato lo sforzo bellico, ma alla fine la verità fu rivelata.
Nel 1946, su raccomandazione del consiglio di stato per la libertà vigilata, il governatore di New York, Thomas Dewey, commutò la sentenza e Luciano fu deportato in Italia.
Il boss mafioso Vito Genovese ha offerto i suoi servizi come interprete e consigliere alle forze statunitensi a Napoli. Inoltre, il socio di Luciano Albert Anastasia avrebbe garantito che non ci sarebbero stati scioperi dei portuali durante la guerra.