Qual è stato il primo predatore dell’apice?

Un predatore all’apice è un predatore in cima alla catena alimentare. Un predatore all’apice non ha altri predatori, tranne forse altri membri della sua stessa specie. I predatori dell’apice esistono da molto tempo, ma non per sempre. Sebbene ci siano alcune prove sommarie di predazione limitata durante il periodo Ediacarano, circa 570 milioni di anni fa, la predazione moderna non iniziò fino al periodo Cambriano, circa 542 milioni di anni fa. Durante questo periodo, gli animali svilupparono gusci duri e altri segni di difesa contro la predazione. Evidenti predatori iniziano ad apparire nei reperti fossili.

Il primo predatore all’apice conosciuto fu lo strano invertebrato Anomalocaris (che significa “gambero anomalo”). Per il tempo in cui viveva, quando la maggior parte degli organismi non superava i pochi pollici di lunghezza, Anomalocaris era enorme, con dimensioni fino a un metro (3.3 piedi). Anomalocaris aveva una grande testa, con due occhi sugli steli e due “braccia” di alimentazione uncinate davanti alla bocca che erano lunghe 7 pollici quando erano completamente estese. La sua bocca, una delle più strane in natura, era costituita da 32 piatti sovrapposti disposti in cerchio, che in apparenza ricordavano una fetta di ananas. Queste placche avevano la punta con denti uncinati e si estendevano fino all’esofago.

Anomalocaris aveva una modalità di locomozione simile a una seppia: aveva due lobi flessibili su entrambi i lati del corpo, che ondeggiava per muoversi o librarsi sul posto. Questo predatore all’apice aveva una grande coda a forma di aragosta, a forma di ventaglio. Il fossile è stato inizialmente molto difficile da identificare poiché tre parti di Anomalocaris sono state scoperte separatamente e si pensava che fossero tutte associate a diversi organismi fino a quando non è stato trovato un calco completo del corpo.

All’epoca, la maggior parte delle prede era fissata al fondo del mare o vi si aggirava, anche se sul fondo del mare nuotavano diversi cnidari (parenti di meduse) e piccoli trilobiti. Anomalocaris avrebbe usato i suoi enormi occhi, tra i primi nella documentazione fossile, per strappare vari piccoli animali e spingerli nella sua bocca cavernosa. Si pensa che Anomalocaris sia un predatore all’apice a causa di vari adattamenti che indicano la sua estrema specializzazione come predatore e le sue dimensioni relativamente grandi. Avrebbe consumato altri predatori più piccoli, come i suoi compagni anomalocaridi e parenti stretti come Opabinia.