Quale malattia mortale spazzò via gli Aztechi nel XVI secolo?

Dalla loro magnifica capitale di Tenochtitlan, gli Aztechi costruirono un’intricata società sociale, politica e religiosa che fiorì nel corso di due secoli. Poi arrivò l’arrivo degli invasori guidati dal conquistatore spagnolo Hernán Cortés, che rovesciò l’impero azteco nel 1521. Il disastro colpì di nuovo quando una serie di epidemie spazzò via l’80% della popolazione azteca in circa 50 anni. La gente del posto chiamava le piaghe cocoliztli e provocavano febbre alta, mal di testa e sanguinamento dagli occhi, dalla bocca e dal naso, seguiti dalla morte in tre o quattro giorni. Tuttavia, l’identificazione precisa dell’agente patogeno responsabile delle epidemie era sfuggita agli scienziati fino a quando un team di paleopatologi ha trovato prove di un ceppo mortale di salmonella studiando il DNA dei denti di 29 vittime scheletriche.

La dolorosa caduta di un impero:

La ricerca sul DNA ha trovato tracce del batterio Salmonella enterica, della varietà Paratyphi C, che è noto per causare la febbre enterica. Il sottotipo messicano infetta raramente gli umani oggi.
Molti ceppi di salmonella si diffondono attraverso cibo o acqua infetti, e questo potrebbe aver viaggiato in Messico con gli animali domestici portati dai conquistadores spagnoli, hanno detto i ricercatori.
Identificare l’agente patogeno è stato difficile perché le malattie infettive lasciano pochi indizi archeologici. Il nuovo studio è stato pubblicato nel gennaio 2018 su Nature Ecology & Evolution.