Gli anticorpi policlonali hanno un’ampia varietà di usi medici e sono componenti comuni di antiveleno, antitossina e farmaci antirigetto dei trapianti. Gli anticorpi sono anche frequentemente utilizzati nei test diagnostici di laboratorio e per la ricerca. Sono spesso utilizzati per la loro capacità di legarsi o neutralizzare una proteina specifica.
L’antidoto può essere prodotto utilizzando anticorpi policlonali. Ad un animale vengono somministrate iniezioni di piccole quantità di un particolare veleno, dopodiché l’animale produce anticorpi che attaccano e neutralizzano il veleno. Questo ciclo di trattamento può durare mesi, ma dopo che un numero sufficiente di anticorpi si è stabilito nel flusso sanguigno dell’animale, i tecnici estraggono il sangue. Il sangue ricco di anticorpi subisce separazione, purificazione e ulteriore elaborazione per isolare gli anticorpi policlonali, che possono quindi essere utilizzati per trattare i morsi di specie specifiche.
L’antitossina, o antisiero, può essere prodotta in modo simile. I laboratori iniettano negli animali piccole quantità di un particolare organismo, che produce una risposta anticorpale policlonale che neutralizza la tossina. Il sangue estratto viene quindi utilizzato come antitossina per diverse malattie, come il botulismo e il tetano. Potrebbe essere utilizzato anche il sangue di individui che contraggono e sopravvivono a malattie generate da microbi. Ad esempio, l’antisiero dei pazienti sopravvissuti viene spesso utilizzato come trattamento per l’ebola.
Sono stati sviluppati anche agenti di induzione o antirigetto da anticorpi sia monoclonali che policlonali derivati da soggetti animali. Questi preparati vengono generalmente somministrati immediatamente dopo l’intervento chirurgico di trapianto. Gli anticorpi nel siero prendono di mira e attaccano le cellule T prodotte nel sangue dei pazienti trapiantati. Quando l’agente incontra una cellula T, gli anticorpi nel siero distruggono o consumano la cellula, inibendo il rigetto di organi e tessuti. Gli studi indicano che i pazienti che ricevono agenti di induzione contenenti questi anticorpi manifestano meno effetti collaterali rispetto a quelli che ricevono preparazioni fatte con anticorpi monoclonali.
I laboratori utilizzano spesso anticorpi policlonali per rilevare la malattia nei campioni di sangue o di tessuto. Gli anticorpi si legano agli antigeni di superficie di virus o cellule cancerose e questa azione di legame è solitamente visibile al microscopio. Tali test vengono utilizzati per diagnosticare definitivamente alcuni tipi di encefalite, HIV e malattia di Lyme.
La stessa tecnica può essere utilizzata per il rilevamento del cancro. Ad esempio, il test dell’antigene prostatico specifico (PSA) combina il sangue dei pazienti con anticorpi policlonali allo scopo di identificare le cellule tumorali. I ricercatori usano anche gli anticorpi per valutare come le cellule comunicano e interagiscono. Utilizzando questo metodo, gli scienziati potrebbero essere in grado di determinare la differenza tra l’attività cellulare in condizioni normali e quando è soggetta a processi patologici.