Durante l’inizio della gravidanza, l’utero è normalmente inclinato in avanti prima di sollevarsi dal bacino, a circa 12 settimane, in una posizione relativamente diritta nell’addome. Un utero gravido retroverso si verifica quando l’utero è inclinato all’indietro. Questo non è raro e la condizione di solito si risolve da sola al punto di 12 settimane. Tuttavia, possono sorgere particolari preoccupazioni nel raro caso in cui la situazione non si risolva, determinando una condizione chiamata utero incarcerato.
L’utero incarcerato può verificarsi a causa di una serie di fattori o condizioni preesistenti. Precedenti gravidanze multiple, tumori pelvici e fibromi possono essere tutti fattori. Condizioni precedenti come l’endometriosi o le infezioni pelviche possono provocare aderenze, che impediscono il corretto riposizionamento dell’utero. Infine, le anomalie anatomiche che altrimenti potrebbero essere clinicamente insignificanti possono svolgere un ruolo.
I sintomi di un utero gravido retroverso possono spesso essere abbastanza generali e associati a una gravidanza normale. Questo può includere dolore lombare, disagio pelvico e pressione rettale, incluso un forte desiderio di eliminare le feci mentre si soffre di stitichezza progressiva. Le difficoltà urinarie sono il disturbo più comune, compresa l’aumentata urgenza di urinare ma l’incapacità di farlo, con conseguente cistite. Questo generalmente solleva una bandiera rossa se la donna è incinta di soli tre o quattro mesi.
Durante l’esame, l’utero gravido incarcerato può essere identificato da una vescica distesa. Alla palpazione dell’addome, si può anche avvertire lo spostamento della cervice e le dimensioni dell’utero. La condizione è solitamente confermata dall’uso di ultrasuoni e risonanza magnetica, che possono visualizzare più chiaramente la posizione del feto.
Se non trattato, un utero gravido retroverso che ha portato all’incarcerazione può avere complicazioni molto gravi. Questi possono includere l’assottigliamento della parete uterina anteriore, che può successivamente rompersi durante il travaglio. L’assottigliamento può verificarsi anche nelle membrane fetali, anch’esse vulnerabili allo strappo. Anche la rottura della vescica, l’induzione del travaglio pretermine e l’aborto spontaneo sono complicazioni gravi.
Il trattamento per questa condizione inizialmente prevede l’inserimento di un catetere per drenare la vescica e ridurre la compressione. Il prossimo passo è provare a riposizionare l’utero gravido retroverso. Questo è spesso realizzato attraverso la manipolazione fisica da parte di un ostetrico. Anche se di solito viene eseguita mentre la donna è sveglia e assiste la manovra con il dondolio pelvico, se l’utero risulta essere molto immobile, i medici usano un’anestesia generale e spingono l’utero nella posizione corretta.