Quali sono le tecniche di riparazione più comuni?

Esistono diversi tipi comuni di tecniche di risanamento ambientale: pompaggio e trattamento, bonifica della falda acquifera potenziata con tensioattivi, scavo e dragaggio, ossidazione in situ ed estrazione del vapore dal suolo. Il lavoro di bonifica diventa necessario quando alcuni aspetti dell’ambiente, di solito l’acqua o il suolo, diventano così inquinati o contaminati da avere un impatto sulla salute e sulla sicurezza pubblica, rendendo necessaria la rimozione dei contaminanti. La maggior parte delle aziende utilizza le più recenti tecnologie di bonifica per garantire che il lavoro da svolgere sia conforme alle leggi federali e statali e abbia un impatto minimo su esseri umani, animali e ambiente.

Quando le acque sotterranee vengono contaminate, molte aziende di bonifica cercheranno prima di rimediare al problema utilizzando la tecnica di pompaggio e trattamento. Ciò comporta l’utilizzo di una pompa a vuoto che rimuove l’acqua prima che venga presa per essere depurata. Dopo il processo di depurazione, l’acqua di falda viene poi reimmessa nella zona generale da cui è stata prelevata, permettendole di ricadere nel terreno. Il metodo pump and treat è comunemente usato per estrarre alti livelli di contaminanti in un tempo relativamente breve.

I servizi di bonifica possono impiegare la bonifica degli acquiferi potenziati con tensioattivi, o SEAR, quando si tratta di acqua contaminata. Questo tipo di bonifica è indicato anche come solubilizzazione e recupero. In questo processo vengono introdotti nell’acqua alcuni agenti chimici che degradano gli elementi nocivi e ne impediscono l’assorbimento. La SEAR viene in genere intrapresa quando altre tecniche di riparazione non sono riuscite a fornire risultati soddisfacenti.

Lo scavo o il dragaggio sono tra le tecniche di bonifica più comuni per il terreno contaminato. Questo processo prevede il trasporto del materiale inquinato in una discarica specializzata, dove viene smaltito in sicurezza. Se nel terreno vengono scoperti composti organici volatili, la procedura di scavo o di dragaggio potrebbe comportare anche l’aerazione del terreno incriminato.

I metodi di ossidazione in situ sono utilizzati per la bonifica delle contaminazioni sia dell’acqua che del suolo. In situ è ​​latino per “nel luogo”, che differenzia questa tecnica da molte altre. Invece di pulire e purificare il materiale contaminato in una posizione diversa, l’ossidazione in situ consente di pulire il materiale proprio dove si trova. Ciò si ottiene mediante l’inserimento nell’acqua o nel suolo di agenti ossidanti, che decompongono e rimuovono gli inquinanti o le impurità.

Una delle tecniche di bonifica dell’ossidazione in situ più comunemente utilizzate è l’estrazione del vapore dal suolo. L’estrazione del vapore dal suolo comporta la rimozione di un contaminante dal suolo mediante la pressione del vuoto. Durante il processo di estrazione, l’inquinante viene scomposto in aria o vapore per facilitarne lo smaltimento.