Anche se batteriemia e sepsi sono strettamente correlate, sono due condizioni separate. La semplice presenza di batteri nel sangue è nota come batteriemia. Può essere transitoria, quando piccole quantità di batteri sono nel sangue per un periodo di tempo limitato, oppure può essere sostenuta, quando i batteri persistono e si moltiplicano nel flusso sanguigno. La forma prolungata di batteriemia è solitamente ciò che porta alla sepsi, che è la risposta immunitaria del corpo alla presenza dei batteri. Questa condizione potenzialmente fatale, a volte indicata come avvelenamento del sangue, comporta una risposta infiammatoria da parte dell’intero corpo ed è caratterizzata da un aumento della temperatura corporea, della frequenza cardiaca e della frequenza respiratoria e, nella sua forma grave, può portare a insufficienza d’organo, pressione sanguigna estremamente bassa o shock settico.
La batteriemia e la sepsi non si verificano necessariamente entrambe solo perché i batteri vengono introdotti nel flusso sanguigno. Nei casi in cui solo una piccola quantità di batteri entra nel sangue, ad esempio quando i batteri nella bocca entrano attraverso le gengive, il corpo può eliminarlo facilmente senza risultati negativi. Questi casi transitori di batteriemia in genere non causano nemmeno sintomi.
Quando una persona ha grandi quantità di batteri nel sangue, o si trova in una situazione in cui i batteri continuano a essere introdotti per un periodo di tempo, spesso svilupperà una batteriemia sostenuta ed è probabile che segua sepsi. Una situazione in cui ciò potrebbe verificarsi è quando una persona ha un intervento chirurgico in un’area come l’intestino dove sono presenti grandi quantità di batteri e l’incisione consente loro di spostarsi nel suo flusso sanguigno. Una volta che la sepsi si manifesta, la persona sperimenterà tipicamente la sindrome da risposta infiammatoria sistemica, o SIRS, una condizione in cui l’infiammazione è presente in tutto il corpo, causando aumenti della temperatura corporea, della frequenza cardiaca e della frequenza respiratoria, nonché un aumento significativo dei globuli bianchi cellule.
Nei casi più gravi, o se il trattamento non viene somministrato tempestivamente, la batteriemia e la sepsi possono evolvere in una sepsi grave o addirittura in uno shock settico. I pazienti con sepsi grave possono manifestare insufficienza di organi come polmoni, reni o cuore. Possono sviluppare ipotensione o pressione sanguigna estremamente bassa e ipoperfusione o diminuzione del flusso sanguigno agli organi. Se queste condizioni progrediscono al punto che la rianimazione con liquidi non allevia l’ipotensione, il paziente può essere considerato in stato di shock settico, che è estremamente pericoloso e spesso fatale.