L’eutanasia può essere ampiamente definita come la fine della vita di un paziente su sua richiesta o per sentimenti di misericordia. Le tipologie sono classificate secondo due principali considerazioni: il grado di consenso da parte del paziente e il modo in cui si svolge la procedura. L’eutanasia può essere volontaria, non volontaria o involontaria e può essere una procedura attiva o passiva. Molti sistemi legali nel mondo trattano tutte le forme come omicidio criminale. Ci sono, tuttavia, alcuni luoghi in cui la legalità dipende dal suo tipo.
Quando l’eutanasia avviene su richiesta esplicita di un paziente, si parla di eutanasia volontaria. Alcuni governi hanno reso legale questa forma o, se non completamente legale, è stata depenalizzata. In alcuni paesi, l’eutanasia volontaria è classificata come omicidio, ma se un medico può soddisfare determinati requisiti legali, non è considerato omicidio criminale e non sarà perseguito. In altri luoghi, il suicidio assistito dal medico non è classificato come eutanasia e i medici non sono perseguiti se la procedura viene eseguita come previsto.
L’eutanasia non volontaria è quando una persona non è in grado di dare il proprio consenso alla procedura, ad esempio quando è incosciente, in coma o legalmente incompetente. Viene anche definito non volontario quando una persona ha precedentemente espresso il suo desiderio di morire in circostanze specifiche ma non può in quel momento parlare da sola. I bambini generalmente sono percepiti come legalmente incompetenti – ad esempio, i bambini non possono firmare contratti legali – e questa logica si applica anche nel caso dell’eutanasia. L’eutanasia infantile è ritenuta illegale a livello internazionale in quasi tutti i casi, anche se alcuni luoghi potrebbero specificare circostanze particolari in cui è consentita.
L’eutanasia non volontaria è talvolta erroneamente confusa con l’eutanasia involontaria, che è distinta. Il termine non volontario significa che l’atto è compiuto senza il consenso del paziente, e involontario significa che è compiuto contro la volontà espressa del paziente. Contro tutte le forme vengono spesso avanzate argomentazioni di “pendio scivoloso” sulla base del presupposto che la legalizzazione di una forma di essa possa un giorno portare a casi di eutanasia involontaria.
In termini di distinzioni procedurali, ne esistono di due tipi: attiva e passiva. L’eutanasia attiva implica azioni intraprese per porre fine alla vita di un altro, come la somministrazione di una sostanza letale. L’eutanasia passiva si verifica quando azioni o trattamenti salvavita vengono volontariamente rifiutati. In molte parti degli Stati Uniti e di altri paesi, è legalmente accettabile per un medico acconsentire alla richiesta di un paziente di cessare l’uso di trattamenti salvavita.