La rimozione manuale della placenta è una procedura ostetrica, solitamente amministrata da un medico o da un’ostetrica. La procedura medica prevede la rimozione di una placenta trattenuta dopo il parto. I professionisti medici sono formati per monitorare la madre dopo che ha partorito, in attesa del successivo parto della placenta. Se la placenta non viene consegnata entro 30 minuti dalla nascita o il suo ritardo è accompagnato da un’eccessiva emorragia, il medico deve rimuovere manualmente l’organo dall’utero. Nella procedura, di solito somministrata in anestesia generale o locale, il medico entra nel canale del parto con la mano e spazza manualmente la cavità dell’utero per sciogliere la placenta.
La placenta è il piccolo organo a forma di rene che si attacca alla cavità interna ricca di sangue dell’utero e diventa più grande man mano che il feto si sviluppa. Attraverso la placenta e il suo cordone ombelicale, il feto riceve ossigeno e nutrimento. Dopo la nascita, la funzione della placenta termina ed è normalmente espulsa dalle contrazioni uterine poco dopo la nascita. Il medico o l’ostetrica possono massaggiare l’addome della madre per allentare l’organo e istigare l’espulsione.
Le complicazioni che indicano la rimozione manuale della placenta sorgono quando la placenta non riesce a scendere nel canale del parto. La rimozione manuale della placenta è una procedura di emergenza. Il ritardo del parto placentare può causare un’emorragia grave e fatale. Esiste la minaccia di una possibile infezione, in particolare la setticemia poiché il rivestimento ricco di sangue e i vasi sanguigni dell’utero sono esposti e molto vulnerabili ai batteri. La procedura è anche molto dolorosa e la madre è solitamente sedata, se possibile.
Nella procedura di rimozione manuale della placenta, il medico pone la sua mano sull’addome della madre e applica una pressione sull’utero all’interno. L’altra mano segue il cordone ombelicale lungo il canale del parto, attraverso la cervice e nella cavità uterina. Con un ampio movimento all’interno dell’utero, il medico inserisce la propria mano tra la placenta e la parete dell’utero, come se si allentasse la buccia di un’arancia.
Le cause di una placenta trattenuta variano notevolmente. Le contrazioni dell’utero che si verificano dopo la nascita possono essere insufficienti, la cervice può essersi chiusa o un anello di costrizione può bloccare il percorso. Più grave, la placenta potrebbe essersi rotta all’interno dell’utero, oppure la placenta potrebbe essersi sviluppata e attaccata profondamente nel tessuto uterino, nota come placenta accretam. La placenta accretam può richiedere un’isterectomia, che consiste nell’immediata rimozione chirurgica dell’utero, per evitare che la madre muoia dissanguata.