Pseudowire è un termine dato a una tecnica di telecomunicazioni e reti di computer in cui un circuito viene emulato tramite una rete esistente. In sostanza, crea un nuovo cavo virtuale attraverso una rete a commutazione di pacchetto (PSN) esistente. In questo modo, la tecnologia più vecchia può essere utilizzata per creare un cavo dedicato per un cliente che non è a conoscenza di alcuna differenza tra il circuito più vecchio e quello emulato.
Il primo pseudowire è stato ideato da Luca Martini per trovare un modo per trasmettere servizi di livello due del modello di interconnessione di sistemi aperti dedicati (OSI) su una rete MPLS (multi-protocol label switching). Successivamente, l’Internet Engineering Task Force (IETF) ha formato un gruppo di lavoro attorno al concetto per capire come standardizzare il metodo per i fornitori di servizi e dettagliare le tecniche coinvolte. Divennero noti come il gruppo di lavoro di emulazione pseudowire edge to edge (PWE3) e i documenti presentati al gruppo di lavoro da Martini e dal suo team divennero noti come Martini Draft, con alcuni successivamente soprannominati Dry Martini papers.
La ragione della distinzione da bordo a bordo sta nel modo in cui viene implementata la tecnica. Dal punto di vista del fornitore di servizi, lo pseudocavo inizia al confine del fornitore della rete, il punto in cui finiscono le responsabilità del cliente, fino al margine opposto del fornitore, dove le responsabilità del cliente riprendono. In questo modo, un fornitore di servizi può creare un nuovo circuito dedicato per il cliente sulla rete a commutazione di pacchetto esistente. Ciò è possibile per molti dei più comunemente utilizzati livello di collegamento dati del modello OSI, livello due, protocolli come Ethernet, modalità di trasferimento asincrono (ATM), frame relay o un altro metodo di multiplexing a divisione di tempo (TDM). Il PSN del provider di servizi sottostante può essere una rete IP (Internet Protocol) versione quattro o versione sei, una rete MPLS o implementato utilizzando la versione tre di IETF del protocollo di tunneling di livello due (L2TPv3).
Quando il traffico di rete lascia la rete del cliente e incontra il bordo del provider, viene avvolto per la consegna attraverso il circuito emulato. Al pacchetto vengono aggiunti alcuni livelli, il primo dei quali contiene gli indirizzi per ciascuno dei router perimetrali del provider. Viene inoltre aggiunto un livello di incapsulamento, che contiene informazioni su quale pseudocablaggio i pacchetti devono attraversare, nel caso in cui il provider ne abbia molti emulati sul PSN, e informazioni sul tipo di payload, come il protocollo originale utilizzato sulla rete del cliente che è spogliato per la trasmissione sul filo virtuale. L’ultimo livello è il payload effettivo dei dati. Quando il pacchetto incapsulato raggiunge l’altro lato del tunnel del provider, viene scomposto per la consegna alla rete del cliente e restituisce le informazioni del protocollo originale.
Gli pseudocavi in ultima analisi forniscono la possibilità alla tecnologia precedente di convergere con metodi più recenti, poiché la tecnica consente di continuare a utilizzare molti protocolli di rete legacy. È anche molto più conveniente creare l’emulazione su un PSN esistente, anziché creare cavi paralleli aggiuntivi. Alcune aziende hanno implementato la propria forma di pseudowire, una delle prime è stata la tecnologia TDMoIP® creata da RAD Data Communications®. Cisco Systems® offre anche la tecnica nei suoi dispositivi router, dove è chiamata Any Transport over MPLS (AToM®).