Il dumping sociale è l’uso del lavoro con salari e benefici che non soddisfano gli standard stabiliti in un paese ai fini della riduzione dei costi di produzione. Le aziende possono fare affidamento su manodopera straniera o accordi appositamente negoziati per trovare dipendenti suscettibili di condizioni scadenti. Il loro impiego di manodopera a basso costo consente loro di aumentare i profitti, in quanto possono vendere merci a prezzi standard anche se costano meno. Le nazioni in molte aree del mondo sono preoccupate per il dumping sociale e hanno preso provvedimenti per ridurlo.
La protezione del lavoro dovrebbe applicarsi a tutti i lavoratori. Nel dumping sociale, le aziende mantengono le tutele legali per i lavoratori. Possono offrire il minimo indispensabile per soddisfare la legge o possono violarla attivamente. I loro lavoratori guadagnano meno denaro dei dipendenti in lavori comparabili e potrebbero non avere benefici e altre protezioni standard per i lavoratori. Le aziende possono trasferirsi per trarre vantaggio dai lavoratori stranieri e quindi causare la perdita di posti di lavoro in una nazione mentre perseguono i lavoratori in un’altra.
I lavoratori di tali strutture possono essere immigrati o residenti in un’area depressa dal punto di vista economico. Il loro potere contrattuale è limitato a causa del loro basso status sociale. L’offerta di lavoro, anche a bassi salari, è troppo allettante per lasciarsi andare, e quindi i lavoratori accetteranno contratti che non soddisfano gli standard del settore o li mettono in svantaggio. Il dumping sociale può consentire alle aziende di spostare la produzione per evitare tasse e tariffe elevate, non solo salari più elevati.
I critici del dumping sociale sostengono che le aziende ottengono un vantaggio ingiusto tagliando i costi e quindi hanno un vantaggio su un mercato in cui altre società possono attenersi alle norme e alle pratiche del lavoro. Ciò è particolarmente preoccupante quando il processo prevede il trasferimento in un Paese per trarre vantaggio da un accordo speciale sulle condizioni di lavoro. Le aziende possono attrarre investimenti e operazioni all’estero concedendo concessioni, e ciò consente alle società di trasferirsi in nazioni con leggi del lavoro già favorevoli e ottenere un trattamento ancora più favorevole da parte del governo per fare affari lì.
Altri economisti e analisti di mercato sostengono che ciò che alcuni chiamano “dumping sociale” è semplicemente il flusso e riflusso naturale delle condizioni di mercato. Le aziende cercheranno naturalmente modi per ridurre i costi di produzione, compresa la delocalizzazione per trarre vantaggio da migliori condizioni commerciali. Questo contro-argomento suggerisce che le nazioni preoccupate per il dumping sociale dovrebbero prima considerare le proprie leggi sul lavoro e determinare se è possibile cambiare il clima regolatorio per incoraggiare le imprese a rimanere.