Il nilgiri del t? nero ? una miscela delicata e scura con pochi toni astringenti. Proviene dalle montagne Ghats e da altre regioni ad alta quota dell’India sud-occidentale costiera. La maggior parte degli agricoltori che elaborano il t? al nilgiri utilizzano un metodo di coltivazione a schiacciamento, a strappo e arricciatura (CTC), che promuove una birra economica. Uno dei membri pi? rinomati e distintivi di questa famiglia di t? neri si chiama pekoe all’arancia, sebbene il t? nero Darjeeling prodotto nella regione indiana del Bengala Darjeeling, eclissi la maggior parte degli altri in popolarit?.
La maggior parte di coloro che coltivano, trasformano e vendono il t? di nilgiri usano il ceppo assamica a foglia larga della pianta di t? cinese Camellia sinensis, coltivata in tutto il sud dell’India – una regione nota anche come Nilgiris. I coltivatori di Darjeeling, d’altra parte, sono pi? propensi a usare una variet? sinensis con foglie molto pi? piccole. Circa i due terzi di tutti i coltivatori di nilgiri sono piccoli allevamenti; molti raccolgono il nilgiri durante tutto l’anno, in quanto ? l’unico t? nero indiano con coltivazione di tronchi annuali.
Le variet? nere come il t? di nilgiri sono elaborate con il metodo CTC, che ? in genere un acronimo di cotta, strappo e arricciatura, ma pu? anche significare “tagliare, torcere e arricciare”. Inventato nei primi anni ’30, il metodo ? ampiamente diffuso nel 2011 in Asia e Africa per la produzione di t? neri come il nilgiri. Invece del vecchio metodo di arrotolare semplicemente le foglie di t? del nilgiri, CTC prevede di rotolare le foglie su rulli dentellati che, come suggerisce il nome, schiacciano, strappano e arricciano – o tagliano torsione e arricciatura – le foglie fino a quando non sono pronte per l’essiccazione finale e la fermentazione .
Il metodo CTC semplifica la preparazione di tutto il t? nero e lo diffonde su pi? tazze. Quando si usano foglie piene, il prodotto ? pekoe arancione; altre foglie parzialmente intatte sono usate per quello che viene chiamato “pekoe arancione rotto”. Con il t? Nilgiri l’alta quota dei suoi coltivatori e le abbondanti piogge che ricevono ottengono il merito per il suo sapore leggermente acido. ? considerato un sapore forte e singolare, paragonabile a nessun altro per i suoi toni leggeri e morbidi. La sua colorazione arancione ? abbastanza caratteristica della maggior parte dei t? neri indiani.
? necessario solo 1 cucchiaino (2,7 g) di t? nilgiri lavorato per ogni tazza prodotta. L’acqua a ebollizione dovrebbe essere lasciata in infusione con il t? per un massimo di cinque minuti. Alcuni aggiungono zucchero e latte al prodotto finale; altri credono che il sapore sia sufficientemente saporito da berlo dritto, inalando l’aroma del nilgiri tra i sorsi.