Che cos’è la sindrome di Wilson?

La sindrome di Wilson, nota anche come sindrome della temperatura di Wilson, è una diagnosi controversa di disfunzione della ghiandola tiroidea indicata da temperature corporee subnormali e altri sintomi non specifici, come aumento di peso, affaticamento e perdita di capelli. I sostenitori della diagnosi della sindrome di Wilson sostengono che, in alcuni casi, il corpo non è in grado di convertire adeguatamente l’ormone del sistema endocrino tiroxina (T4) in trilodotironina (T3). Alcuni professionisti della medicina alternativa arrivano a questa diagnosi anche se la funzione tiroidea del paziente appare normale utilizzando test standard di attività tiroidea. La medicina convenzionale non accetta la sindrome di Wilson come scientificamente valida e ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e l’efficacia della prescrizione di supplementi di T3 a rilascio prolungato in risposta alla diagnosi.

E. Denis Wilson MD, un medico della Florida, ha usato per la prima volta il termine “sindrome di Wilson” nel 1990 come spiegazione per una vasta gamma di sintomi tra cui mal di testa, depressione, basso desiderio sessuale e molti altri. Wilson sosteneva che la sindrome può essere indicata da “praticamente ogni sintomo conosciuto dall’uomo”. Quando i pazienti rispondono positivamente a una prescrizione di T3 a rilascio prolungato, Wilson lo considerava una conferma della diagnosi. Wilson ha sostenuto che la sindrome è principalmente causata dallo stress e può persistere molto tempo dopo che lo stress è stato alleviato.

Nel 1992, la licenza medica del Dr. Wilson è stata sospesa per sei mesi ed è stato multato di $ 10,000 dollari USA (USD) dal Florida Board of Medicine per i pazienti “pelati” utilizzando una “diagnosi fasulla”. Gli è stato ordinato di seguire 100 ore di formazione medica continua e di astenersi dal prescrivere integratori tiroidei sulla base di una diagnosi di sindrome di Wilson. La sindrome è stata anche contestata dall’American Thyroid Association (ATA), che ha scoperto che le teorie biochimiche di Wilson erano in conflitto con le conoscenze consolidate sulla produzione di ormoni tiroidei e comportavano sintomi imprecisi e non specifici.

L’ATA ha continuato a confutare l’affermazione di Wilson secondo cui la normale temperatura corporea media al risveglio è di 98.5°F (36.94°C), affermando che è invece di 97.5°F (36.39°C). In una dichiarazione del 2005, l’ATA ha rilevato che “una revisione approfondita della letteratura biomedica non ha trovato prove scientifiche a sostegno dell’esistenza della ‘sindrome di Wilson'”. L’ATA ha osservato che i molti sintomi non specifici che Wilson ha attribuito alla sua diagnosi sono comunemente associati a stress sociale e psicologico, ansia e depressione. È stato anche notato che l’insieme dei sintomi di Wilson compare nelle diagnosi alternative di altre condizioni, come la fibromialgia, l’affaticamento cronico e la sindrome del virus di Epstein-Barr.

La sindrome della temperatura di Wilson continua ad essere utilizzata in alcune pratiche mediche alternative. Viene anche insegnato come parte del curriculum in alcune scuole di medicina naturopatica. Sebbene la sindrome non abbia il supporto della medicina ortodossa, è disponibile la certificazione di medici e naturopati nell’uso della diagnosi della sindrome di Wilson. Esiste anche un sito web dedicato per educare i consumatori e gli operatori sanitari sulla sindrome della temperatura di Wilson.