La teologia femminista mira a filtrare lo studio della religione e le pratiche spirituali attraverso una prospettiva femminista o centrata sulla donna. I testi, le credenze e le usanze delle religioni sono considerati in relazione all’emancipazione delle donne e vengono analizzate anche figure religiose femminili di spicco. Questa filosofia spesso sfida le convenzioni religiose tradizionali, a volte promuovendo pratiche controverse come l’ordinazione femminile e l’uso di un linguaggio neutrale rispetto al genere nelle traduzioni. Rami della teologia femminista si trovano in quasi tutte le religioni.
Come disciplina, la teologia femminista combina due distinte aree di pensiero: femminismo e teologia. Il primo movimento è iniziato come uno sforzo per garantire l’uguaglianza sociale, economica e politica per le donne, e sebbene il femminismo possa avere una componente accademica, è spesso di natura attivista. Al contrario, la teologia si concentra tipicamente sulla raccolta e sull’analisi delle informazioni e gli studiosi di solito hanno una laurea in teologia. In particolare, l’educazione teologica considera la religione e le sue influenze in modo razionale e oggettivo. Come con altri tipi specifici di teologia, la fusione di queste aree divergenti nella teologia femminista può talvolta rivelarsi controversa.
Gli approcci femministi spesso differiscono dai metodi teologici più comunemente conosciuti. Per uno, le femministe spesso difendono un approccio allo studio teologico che mette in evidenza l’importanza dell’esperienza personale e della spiritualità personale. Le tradizioni religiose più formali possono essere de-enfatizzate. Gli studi femministi danno anche più valore alla valutazione delle varie donne e del loro ruolo nei testi spirituali.
Uno degli obiettivi principali della teologia femminista è la prevenzione dei pregiudizi di genere e del sessismo. Le studiose femministe discutono su passaggi di testi religiosi che potrebbero essere considerati oppressivi per le donne. Parlano anche contro le usanze o credenze religiose che mettono le donne in una luce negativa o come inferiori agli uomini. L’uguaglianza è ulteriormente ricercata incoraggiando l’inclusione delle donne in posizioni di autorità spirituale, come ministri, sacerdoti e rabbini. La teologia femminista spesso promuove traduzioni testuali che usano un linguaggio come “lui e lei” piuttosto che il più esclusivo “lui” o che usano “uomo e donna” anziché solo “uomo”.
I gruppi religiosi che riconoscono gli esseri spirituali femminili sono spesso di particolare interesse anche per gli studiosi di teologia femminista. Ad esempio, molti antichi sistemi religiosi avevano sia dei che dee che controllavano vari elementi terreni. Anche le culture matriarcali, incentrate sulla natura e pagane mettono spesso le donne in posizioni e ruoli spirituali preziosi. Il neopaganesimo è una forma più contemporanea di pratica spirituale che include divinità femminili. Alcuni individui che praticano una delle principali religioni spesso vedono il loro Essere Supremo in una luce ambigua femminile o di genere.