Che cos’è la teologia Womanist?

La teologia Womanist è un movimento tra le donne cristiane afroamericane che ha avuto inizio negli anni ‘1970 e ‘1980. Ha lo scopo di affrontare i fallimenti percepiti nella teologia della liberazione e nel femminismo tradizionale al fine di promuovere il benessere delle donne nere e quindi promuovere la società nel suo insieme attraverso di loro. Il movimento cerca di essere sia accademico che pratico, ma ha ricevuto critiche per essersi allontanato troppo dalle sue radici cristiane.

La teologia womanist è nata in gran parte dagli scritti di donne come Alice Walker, meglio conosciuta per il suo romanzo del 1983 Il colore viola. La poesia, la narrativa e i saggi di Walker enfatizzano le lotte e l’umanità delle donne nere, in particolare nelle classi inferiori. Lei e i successivi scrittori womanist sentivano che il ruolo delle donne nere nella società era stato ampiamente trascurato, involontariamente o attraverso mezzi deliberatamente oppressivi. Altri movimenti che si occupavano dell’uguaglianza sociale all’epoca includevano la teologia della liberazione e il femminismo. I teologi womanist, tuttavia, ritenevano che la teologia della liberazione fosse troppo maschilista e che il femminismo fosse troppo bianco e borghese per rispondere adeguatamente ai bisogni delle donne nere, specialmente di quelle economicamente svantaggiate.

Gli obiettivi della teologia womanist includono celebrare le vittorie e piangere le perdite nelle storie delle donne nere, passate e presenti, in America e altrove, per affrontare le inadeguatezze riscontrate nei discorsi tradizionali. Attraverso questo, la teologia womanist cerca di colmare le lacune tra i gruppi socioeconomici. Quando ricercatori eruditi womanist entrano nelle comunità di altre donne nere allo scopo di studi antropologici, si ritiene che entrambi i gruppi traggano beneficio dallo scambio di idee e dallo sviluppo di relazioni.

Oltre a colmare i divari socioeconomici tra le donne nere, la teologia donnaiolo tenta di espandere la sua influenza agli svantaggiati attraverso le barriere razziali. Attingendo agli inquilini della teologia della liberazione, i teologi womanist credono che parte o tutto il messaggio di Cristo abbia a che fare con il raddrizzare i torti della società causati dal peccato, inclusa la povertà. Un modo principale in cui il movimento cerca di farlo è attraverso la sua enfasi sul nutrire e costruire la comunità. La pratica dell’amore e della maternità, sia per i propri figli che per gli altri, è molto apprezzata nella teologia donna.

Alcuni rami del cristianesimo, inclusi altri movimenti neri, hanno criticato la teologia donnaiolo per essere troppo preoccupato per le questioni culturali e sociali a scapito di una forte teologia cristiana. I teologi womanist descrivono il loro approccio come “olistico” – affrontando preoccupazioni sia fisiche che spirituali – ma i loro critici affermano che non è rimasto nulla di particolarmente cristiano nelle loro credenze o metodi. Alcuni womanists, per esempio, abbracciano il sincretismo, o la fusione del cristianesimo con altre religioni, specialmente qualche forma di paganesimo. Altri sono fermamente favorevoli alle relazioni omosessuali, soprattutto tra donne. Nonostante queste critiche, tuttavia, la teologia womanist rimane una forza potente all’interno delle comunità religiose afroamericane.