Un ciclo del credito è un periodo durante il quale la disponibilità di credito in un mercato, paese o nel mondo intero si espande e poi si contrae. Molte teorie economiche collegano questo ai cicli economici, che influenzano il commercio nel suo insieme. Alcuni economisti indicano addirittura il ciclo del credito come il principale fattore trainante di un ciclo economico.
La teoria dei cicli economici funziona sull’idea che le fluttuazioni tra crescita economica e rallentamento economico sono inevitabili. L’idea generale è che la crescita si autoalimenta: più soldi le persone devono spendere, maggiore è la domanda; maggiore è la domanda, più persone sono necessarie per lavorare; più persone sono necessarie per lavorare, più soldi le persone devono spendere. Ad un certo punto, l’offerta di beni o servizi supera la domanda. Ciò fa sì che il processo funzioni al contrario, con un calo della domanda che porta a un calo dell’occupazione e dei salari, a sua volta abbassando ulteriormente la domanda.
La teoria generale del ciclo del credito funziona in modo simile. In effetti, la domanda di beni e servizi del ciclo economico è sostituita dalla domanda di credito. Quando un’economia è in crescita, c’è più domanda di credito man mano che le imprese si espandono, il che fa aumentare i tassi di interesse. Ad un certo punto questi tassi di interesse, che sono il prezzo del credito, sono troppo alti per coloro che vogliono ancora prendere in prestito ulteriormente. Ciò significa che i tassi di interesse iniziano a scendere, rendendo meno redditizio prestare denaro e meno redditizio investire denaro nei mercati basati sul credito. Ciò si traduce in una minore disponibilità di denaro per il prestito, il che si conclude con il fatto che il credito è più difficile da ottenere.
Il rapporto preciso tra il ciclo economico e il ciclo del credito è controverso tra gli economisti. Una teoria, nota come modello Kiyotaki-Moore, sostiene che il ciclo del credito amplifica gli effetti del ciclo economico. Ciò si basa sul fatto che in molti casi la quantità di denaro cartaceo trattata dai mercati del credito è molto maggiore della quantità effettiva di denaro che passa avanti e indietro tra imprese e consumatori nella “vita reale”. Ciò amplifica gli effetti di eventuali variazioni causate dal ciclo economico.
Un altro modello è noto come Ipotesi di instabilità finanziaria di Minsky. Questo dice che il ciclo del credito significa che man mano che un’economia cresce, le imprese trovano facile ed economico prendere in prestito. Alla fine accumulano così grandi quantità di debiti in proporzione ai loro profitti che non possono più correre il rischio di investire ulteriormente in spese in conto capitale. Ciò provoca un calo della domanda di servizi e prodotti rilevanti, come l’edilizia, che può contribuire a far rallentare il ciclo economico.
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