Che cos’è un rapporto di cottura?

Il coefficiente di Cooke è un modo per calcolare quanto capitale ha una banca in relazione alle sue attività rischiose. In teoria, indica quanto è ben protetta la banca dal rischio. Il coefficiente di Cooke è stato utilizzato una volta per calcolare una cifra minima legale per le banche, ma è stato sostituito nel 2006 con quello che era considerato un metodo di calcolo più equo.

Lo scopo del rapporto di Cooke è di tenere conto dei rischi intrinseci del modo in cui gran parte del denaro in un sistema bancario esiste solo come numeri sulla carta piuttosto che come denaro reale. È progettato per tenere conto del fatto che i beni di proprietà di una banca si presentano in due forme. Il primo è il suo capitale, che copre il denaro che detiene più le attività fisiche come gli edifici. Il secondo sono le sue attività rischiose, che consistono in tutto il denaro che ha prestato ai mutuatari e non è garantito che vengano restituite poiché i mutuatari potrebbero essere inadempienti. In teoria, maggiore è il rapporto tra capitale e attività rischiose, minore è la possibilità che una banca venga minacciata da livelli di rimborso da parte dei mutuatari inferiori al previsto.

Il rapporto Cooke prende il nome da WP Cooke, presidente del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria tra il 1988 e il 1991. Questo è un organismo internazionale che stabilisce standard mondiali progettati per eliminare il rischio eccessivo nel settore bancario. Nel 1988, il comitato ha raggiunto l’Accordo di Basilea, che richiedeva alle banche di mantenere un coefficiente di Cooke dell’8%.

Il calcolo del Cooke ratio funziona su base ponderata per il rischio. Ciò significa che la cifra delle attività rischiose non è semplicemente un totale delle attività. Invece, ogni risorsa viene inserita in una delle cinque categorie e il totale delle risorse in quella categoria viene moltiplicato per una percentuale specifica. Ad esempio, i prestiti al governo nazionale nel paese della banca sono considerati così sicuri che il totale della categoria viene moltiplicato per 0%, il che significa che tali attività vengono effettivamente ignorate. I prestiti più rischiosi rientrano nelle categorie 10%, 20%, 50% e 100%, il che significa che parte o tutto il valore del bene è incluso nel totale complessivo.

Negli anni successivi, i critici della Cooke Ratio si lamentarono del fatto che queste categorie fossero troppo semplicistiche. In particolare, le banche hanno sostenuto che il sistema presumeva che tutti i prestiti di una particolare categoria avessero lo stesso livello di rischio, indipendentemente dal mutuatario. In risposta, i funzionari hanno elaborato il rapporto McDonagh, dal nome di un successore di Cooke come presidente del Comitato di Basilea. Il rapporto McDonagh mantiene le stesse cinque categorie, ma consente alle banche di modificare il rating sui singoli asset in base alla valutazione della banca del mutuatario specifico. Il rapporto McDonagh è diventato il metodo ufficiale ai fini dell’Accordo di Basilea dall’inizio del 2007.

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