Chi è Aracne?

Nel racconto del poeta romano Ovidio della mitologia greca nella sua opera Metamorfosi, Aracne è la figlia di un tintore di panni, Idmone, della città di Colofone in Lidia. Nel capitolo 6, Ovidio racconta la storia del fatidico incontro di Aracne con la dea Pallade Atena.
Aracne, spiega Ovidio, è una giovane donna che ha da poco perso sua madre. Sebbene sia di nascita bassa, ha raggiunto la fama grazie alle sue abilità al telaio. È così abile che le ninfe lascerebbero la campagna e le naiadi le loro case acquatiche per venire a vederla lavorare, il che irradia un talento che può venire solo da Atena, dea della tessitura.

Piena di orgoglio, Aracne condanna la connessione: anche mentre è nell’atto di tessere – quando ogni sua mossa e scelta viene potenziata e aiutata dalla dea – afferma di essere la fonte del proprio talento. Sfacciata nella sua sfida, sfida persino Athena a una gara di abilità.

Improvvisamente, sulla scena compare una donna anziana. Essendo vecchia, dice ad Aracne, è saggia e arriva portando buoni consigli. Ammonisce Aracne di smettere di essere così presuntuoso e chiedere perdono ad Atena. Le assicura che Atena perdonerà la sua trasgressione, mentre la fama e il genio di Aracne saranno ancora riconosciuti.

Aracne risponde con un insulto. Attacca la vecchia per aver balbettato, rifiuta il suo consiglio e sfida di nuovo Athena a una resa dei conti. Su questo, la vecchia si rivela essere Atena travestita, e ora si erge nella sua forma naturale come una dea. Tutti sono sbalorditi, tranne Aracne, che arrossisce solo leggermente e rinnova la sua insistenza su un concorso. Questa volta, Atena accetta tacitamente.

Ognuno di loro va a un telaio e inizia a tessere, usando una panoplia di colori tra cui viola di Tiro e fili d’oro per creare scene della storia degli dei. Atena sceglie di ritrarre i 12 Olimpi, con Zeus al centro, discutendo come sarebbe stata nominata la città che sarebbe diventata Atene, e la competizione tra Atena e Poseidone per quell’onore. Atena mostra il dono dei cavalli di Poseidone in competizione con il proprio dono di ulivi.

Ad ogni angolo del suo arazzo, Atena colloca un essere umano che ha agito con disprezzo verso gli dei ed è stato punito. In uno, raffigura Emo e Rodope che sfidarono gli dei e furono trasformati in montagne. In un altro, mostra una donna pigmea che ha insultato Era ed è stata trasformata in una gru. Viene mostrata anche Antigone che gareggiò con Era per la bellezza e fu trasformata in una cicogna, così come Cinira, le cui figlie furono trasformate in marmo.

Aracne, al contrario, sceglie storie in cui gli dei sono stati sconfitti o umiliati dai mortali o si sono comportati in modo riprovevole. Ha mostrato che Zeus si è trasformato in un toro per corteggiare Europa; come un cigno che corteggia Leda; come satiro che corteggia Antiope; impersonare Anfitrione per corteggiare Alcmena; rivolgersi all’oro per corteggiare Danae; come una fiamma con Egina, un pastore con Mnemosine e un serpente con Deois. Trattava allo stesso modo Poseidone, Apollo, Dioniso e altri dei.

Atena, guardando l’arazzo, si infuria e colpisce Aracne, che risponde impiccandosi. Athena impedisce la sua morte, ma la condanna sia ad impiccarsi che a tessere per sempre… come un ragno.