Cosa significa “Jus Ad Bellum”?

In tempi di conflitto, le società sono lacerate dall’essere costrette a scegliere tra due forze opposte: il desiderio di fare la pace e la preoccupante possibilità di fare invece la guerra. Per risolvere questa tensione, paesi e popoli hanno lottato per lo jus ad bellum, che generalmente significa “guerra giusta” o “diritto di fare la guerra”. Questa teoria stabilisce le linee guida per dichiarare guerra, in modo che ogni conflitto tra paesi non si trasformi in violenza militare. Lo Jus ad bellum riconosce che a volte la guerra è necessaria, e riconosce anche che ogni guerra deve essere intrapresa solo tenendo conto di alcune clausole morali. Queste clausole morali includono questioni relative principalmente alle ragioni e ai possibili esiti di una potenziale guerra.

Una condizione critica dello jus ad bellum afferma che ogni guerra deve avere una giusta causa. In altre parole, il conflitto armato non deve derivare da intenzioni sbagliate. L’invasione imperialista rappresenta una di queste intenzioni illecite. La maggior parte dei paesi considererebbe l’autodifesa o la difesa degli alleati un valido esempio di giusta causa.

Un’altra componente dello jus ad bellum è costituita dalla condizione che la guerra venga intrapresa solo quando tutte le altre misure pacifiche sono state esaurite. La mediazione e le sanzioni economiche sono due alternative comuni a una dichiarazione di guerra. La Carta delle Nazioni Unite del 1945 prevede la guerra come opzione di ultima istanza.

Altri tre ideali comprendono lo jus ad bellum: autorità competente, analisi costi-benefici e ragionevole speranza di successo. Il primo ideale considera se gli individui oi gruppi che dichiarano guerra abbiano o meno l’autorità per farlo. Ad esempio, molti paesi potrebbero non riconoscere la dichiarazione di guerra di un presunto dittatore, mentre un’autorità governativa accettata potrebbe ottenere più sostegno. Le dichiarazioni di guerra dovrebbero anche soppesare i guadagni della dichiarazione di guerra contro le probabili perdite, vale a dire la perdita finanziaria e la perdita di vite umane. In considerazione dei costi e dei benefici, le parti coinvolte dovrebbero accertare se hanno una ragionevole possibilità di vittoria anche nei conflitti armati.

Il XX secolo ha visto numerosi patti e trattati tra paesi che hanno fornito definizioni legali e basi per lo jus ad bellum. La Carta delle Nazioni Unite ha emesso disposizioni che condannano l’uso della forza nella conquista di una regione indipendente riconosciuta allo scopo di rendere quella regione un territorio della parte invasore. Questo patto tra numerosi paesi consiglia anche che una successiva dichiarazione di guerra sia ratificata dai membri dell’ONU. Anche altri due patti multinazionali sono stati determinanti nella creazione di sanzioni contro la guerra aggressiva e ingiustificata: il patto Kellogg-Briand del 20 e la Carta di Norimberga del 1928. In generale, qualsiasi legge ufficiale di guerra deve essere sostenuta da qualsiasi personale militare o civile che risiede nella regione.