Quando un individuo, principalmente un bambino o un adolescente, è stato molestato o vittima di bullismo da un altro e diventa abbastanza avvilito da porre fine alla sua vita, questo tipo di suicidio è noto come bullismo. L’espressione è tratta da due parole: bullo e suicidio. La crescente preoccupazione per il bullismo ha spinto all’azione i gruppi di supporto e gli amministratori scolastici il cui obiettivo è sensibilizzare su questo problema. Il bullismo reclama anche la vita degli adulti, sebbene non sia così diffuso come i casi che coinvolgono i minori.
Ogni anno, le statistiche mostrano un’escalation dell’incidenza dei suicidi tra le vittime di molestie. In una grande percentuale di casi di bullismo, le vittime sono bambini e adolescenti. I bambini che trovano impossibile affrontare le continue prese in giro, minacce o altri atti di bullismo e di conseguenza si tolgono la vita sono diventati oggetto di grande preoccupazione.
La connessione tra suicidio e bullismo è stata documentata nei diari. Un biglietto d’addio lasciato alle spalle è spesso la prova di un caso di bullismo. Le storie sono state raccontate anche in libri e interviste, spesso dai genitori delle vittime.
Neil Marr e Tim Field hanno inventato per la prima volta la frase bullycide in un libro, il loro libro, che raccontava il racconto di una vittima che era stata traumatizzata dal bullismo e aveva fatto ricorso al suicidio. A seguito di tale resoconto, un gran numero di casi negli Stati Uniti è stato ampiamente pubblicizzato dai media, nella speranza di sensibilizzare su un problema crescente tra i bambini in età scolare.
Tuttavia, il collegamento tra suicidio e bullismo non è limitato ai bambini in età scolare. Sono stati segnalati molti episodi di adulti che si sono suicidati a causa di continue molestie sul posto di lavoro o nella loro vita privata. Molte di queste vittime avevano sopportato anni o quasi una vita di bullismo prima di scegliere di porre fine alle loro vite.
Secondo gli esperti, i bulli provengono da tutti i ceti sociali. Non sono limitati a nessuna fascia di età o condizione economica o sociale. I bulli sono presenti anche in ogni razza e religione. Le vittime provengono anche da tutti i ceti sociali. Gli esperti concordano sul fatto che i bulli prendono di mira coloro che sono più suscettibili e indifesi.
Molte scuole e campus universitari hanno implementato programmi di sensibilizzazione volti a fermare il bullismo prima che si trasformi in bullismo. Coordinando un programma nel curriculum di una scuola, gli insegnanti e gli amministratori sperano di esercitare un controllo e una supervisione migliori. Ci sono anche organizzazioni e programmi che possono essere trovati online. Questi gruppi di coalizione sono organizzati come mezzo di sostegno per genitori e giovani. Hanno anche lo scopo di educare il pubblico a riconoscere i segni premonitori del bullismo e le misure che possono intraprendere per fermarlo.