Cos’è il Grand Tour?

Durante i secoli XVII, XVIII e XIX i giovani ricchi spesso facevano quello che veniva definito il grand tour. Questi viaggiatori delle famiglie dell’alta borghesia partivano per una grande avventura, visitando alcune delle città più famose del mondo per un periodo che variava da diversi mesi a diversi anni. Durante il grand tour, questi uomini avrebbero visitato luoghi di importanza storica, culturale o politica. Questa esperienza è stata progettata per esporre al mondo giovani ricchi e fornire loro un’ampia istruzione, fungendo anche da forma di intrattenimento. Da allora il grand tour si è evoluto in avventure moderne che consentono a uomini e donne di esplorare il mondo senza la necessità di un investimento finanziario significativo.

Durante il XVII secolo, il concetto di grand tour era in gran parte limitato ai giovani britannici, che avrebbero noleggiato un pullman e viaggiato in tutto il continente. Molti si affidavano a una guida esperta che li aiutasse a trovare la loro strada, e coloro che potevano permetterselo potevano anche portare con sé una squadra di servitori. Man mano che la popolarità di questa tendenza cresceva, iniziarono a prendervi parte uomini provenienti da altre parti d’Europa. Nel 17° secolo, anche gli uomini del Nord e del Sud America partivano per i loro grandi tour. La diffusa disponibilità di treni e piroscafi nel corso del XIX secolo ha contribuito a rendere i viaggi più accessibili, consentendo a un numero ancora maggiore di persone di partecipare a questa tradizione di viaggio.

Il grand tour tradizionalmente iniziava a Londra e portava uomini in tutta la Gran Bretagna prima di dirigersi verso altre città europee. Parigi, Firenze e Venezia erano tappe fondamentali, sebbene fossero incluse anche altre città e capitali, a seconda dell’individuo. Gli uomini si sono presi questo tempo per imparare altre lingue, visitare siti culturali e storici e vedere famose opere d’arte e architettura. Molti hanno anche trascorso il tempo investendo in opere d’arte uniche di altri beni, che potevano poi portare a casa per impressionare gli amici.

Molti uomini che hanno fatto un grande tour hanno tenuto un diario, che potevano poi pubblicare una volta tornati a casa. Uno dei primi fu scritto da Thomas Coryat, che pubblicò “Coryat’s Crudities” nel 1611. Il diario di viaggio del 1670 di Richard Lassels che descriveva in dettaglio la sua avventura italiana aiutò anche a ispirare gli altri a fare il grande tour.

Durante gli anni ‘1960, gli hippy americani e i giovani di ogni ceto sociale iniziarono a creare la propria versione del grand tour. Questi uomini e donne facevano affidamento sull’autostop e su autobus economici per trasportarli in tutta Europa e in Asia. Oggi, questa tradizione si è evoluta in un anno sabbatico, in cui gli studenti si prendono un anno di pausa dopo aver conseguito una laurea o un diploma universitario per girare il mondo.