Il termine induttanza si riferisce generalmente a un circuito elettrico. Rappresenta la misura all’interno del circuito tra le cariche. Può anche misurare la quantità di segnale di ingresso che è stata fornita al circuito e la quantità di cambiamento in quel segnale di ingresso mentre passa attraverso il circuito. Questo termine può anche riferirsi alla velocità di variazione che si verifica all’interno del circuito che rimane nei componenti del circuito, rispetto alla quantità di segnale applicata all’ingresso del circuito.
Un altro termine per questa misura all’interno di un circuito è autoinduttanza. Questo termine è usato per differenziare l’induttanza di un circuito al suo interno dalla quantità di cambiamento in un circuito che si verifica a causa della variazione del segnale di ingresso in un altro circuito. Questa istanza è più comunemente indicata come mutua induttanza.
Quando una corrente elettrica creata come segnale di ingresso viene applicata a un circuito contenente componenti elettrici, viene creato anche un campo magnetico. Questo campo viene creato a causa dell’uso di induttori. Gli induttori sono unità di filo a spirale utilizzate per raccogliere e concentrare la quantità di carica attraverso il campo magnetico creato e trasmetterla attraverso il circuito sotto forma di tensione. La quantità di tensione creata dalla carica fornita al circuito e la variazione che si verifica nella tensione mentre passa attraverso il circuito e il campo magnetico è la quantità misurabile dell’induttanza del circuito.
Quando si verifica l’induttanza reciproca, significa che ci sono due circuiti situati in una quantità di spazio l’uno dall’altro tale da produrre campi magnetici che interagiscono tra loro. Questa interazione altera la tensione all’interno del circuito opposto. Un altro modo in cui viene creata l’induttanza reciproca è quando i due circuiti vengono eseguiti in sequenza l’uno rispetto all’altro, in modo che quando il campo magnetico generato da un circuito crea un cambiamento all’interno del circuito, influisce anche sulla quantità di segnale applicata al circuito successivo.
Questa quantità misurabile di variazione all’interno del secondo circuito che è stata causata dall’induttanza nel primo circuito rappresenta le proprietà di induttanza reciproca dei circuiti. Il fattore necessario per la creazione della mutua induttanza, tuttavia, è che ogni circuito sia sufficientemente forte in termini di tensione da creare un campo magnetico all’interno dei suoi componenti in grado di alterare il campo creato dal circuito avversario. In caso contrario, questo fenomeno non si verificherà.