Cos’è l’opera incerta?

L’opus incertum era una tecnica di costruzione in muratura utilizzata dagli antichi romani. Lo stile prevede l’utilizzo di piccole pietre di varia forma nella costruzione di muri o altre fondamenta architettoniche, come la muratura utilizzata per costruire ponti. Fu in uso soprattutto nel I e ​​nel II secolo aC Il termine significa letteralmente “opera incerta”, forse riferito all’aspetto irregolare delle murature costruite con questa tecnica.

Piccoli pezzi di pietra di forma irregolare – circa 4 pollici (circa 100 millimetri) di diametro – sono stati usati per l’opus incertum. Questi pezzi di pietra sono stati incastonati in un muro di muratura in cemento. Occasionalmente, anche nelle pareti venivano posate linee orizzontali di mattoni o piastrelle. I muri in pietra o non erano rivestiti o erano rivestiti solo su un lato, conferendo un aspetto ruvido e irregolare.

L’uso più antico dell’opus incertum risale al 210-200 a.C. La tecnica si estinse in gran parte durante il primo quarto del I secolo, ma rimase in uso in alcune zone fino alla metà del I secolo a.C. In quel periodo fu gradualmente sostituita dall’opus reticulatum , una tecnica che utilizza un motivo regolare di piccole pietre a forma di diamante. Uno stile che gli archeologi chiamano quasi reticolo segna il periodo di transizione tra i due stili.

Le tecniche di costruzione sono comunemente utilizzate per datare i reperti archeologici poiché tecniche come l’opus incertum sono state utilizzate solo per un tempo relativamente breve. Probabilmente il più antico uso conosciuto di questa tecnica è nel Foro Romano, dove veniva utilizzato per il restauro. Esempi di opus incertum sono stati trovati in tutte le porzioni d’Italia occupate dai romani. Mura costruite con questa tecnica e databili tra il 200 e il 150 a.C. sono state rinvenute in molte località, tra cui Pompei, basiliche nelle piazze cittadine o nei mercati pubblici e vari templi.

Marco Vitruvio Pollione, vissuto durante la metà del I secolo a.C., era un architetto e ingegnere che descrisse l’opus incertum nel suo scritto in più volumi “De Architectura libre decem” – “Dieci libri sull’architettura”. “De Architecura” è l’unica opera completa di architettura sopravvissuta di quel periodo. Vitruvio si riferiva all’opus incertum come al “vecchio modo” di costruire muri, dimostrando che a quel tempo era stato per lo più sostituito dall’opus reticulatum. Affermò che l’opus reticulatum aveva un aspetto più aggraziato, ma più debole e più soggetto a crepe rispetto al vecchio stile di costruzione.