La parola calice deriva dal greco kalyx attraverso il latino calyx, in cui significa semplicemente ‘coppa’. Un calice è, infatti, semplicemente una tazza destinata a contenere liquido bevibile, anche se è arrivato ad avere connotazioni più specifiche. Generalmente i calici sono considerati oggetti religiosi e nel mondo moderno sono più spesso associati alle messe cristiane, dalle quali si beve il vino dell’Eucaristia.
La forma più comune per un calice è con una grande ciotola in cima, con un gambo che si allarga man mano che scende a una base piatta. La maggior parte dei calici ha ciotole abbastanza larghe, ma alcune sono più piccole, a volte chiamate invece calice.
Il calice svolge un ruolo centrale nel cristianesimo, poiché funge da recipiente per il liquido che rappresenta, o è visto letteralmente come, il sangue di Cristo. Un calice è stato quindi utilizzato nelle funzioni cristiane fin dalla Chiesa primitiva, e in molti periodi della storia i calici religiosi erano finemente decorati e spesso realizzati con materiali preziosi e incrostati di gemme. Per il suo posto centrale nella Messa, così come per la sua bellezza materiale, il calice cristiano è solitamente trattato con molto rispetto e riverenza.
Il calice usato da Cristo durante l’Ultima Cena è, in alcune tradizioni, visto come intriso di poteri miracolosi. In questo contesto il calice viene solitamente indicato come il Santo Graal, e un intero corpo di letteratura è sorto intorno alla speculazione sulla sua storia, i presunti poteri e la posizione attuale. Si dice spesso che questo stesso calice sia stato usato per raccogliere il sangue di Cristo dopo la crocifissione.
Anche molte fedi neopagane fanno uso del calice nei loro rituali. In questo contesto il calice è solitamente inteso a rappresentare il principio femminile, e come nel cristianesimo spesso contiene un liquido destinato ad essere cerimoniosamente condiviso dai partecipanti a un rituale. Nel Grande Rito Wicca il calice è usato insieme a un pugnale cerimoniale (l’Athame) per rappresentare la fusione delle energie femminili e maschili.
Il calice è anche tradizionalmente uno dei quattro semi dei tarocchi. Insieme a spade, bacchette e dischi, i calici compongono le 56 carte degli arcani minori. In questo contesto, il termine calice è spesso sostituito da coppa. Il calice dei tarocchi è associato all’elemento acqua, all’amore e alle emozioni e al clero. È anche analogo al seme di cuori nelle moderne carte da gioco.
Storicamente i calici sono disponibili in tutte le forme, dimensioni e materiali. Vecchi calici di pietra si possono trovare in tutto il Mediterraneo indietro di migliaia di anni, le moderne chiese anglicane possono avere calici d’argento disadorni e molti esempi cattolici sono fatti d’oro con rubini, smeraldi e zaffiri che li adornano.